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Mirko Bilò (Lega Ancona) sulla confusione tra Dpcm e protocolli regionali

L'ex sindaco di Numana: “Le linee guida Inail e Iss per il turismo sono opposte a quelle della Regione Marche”

Ancona, 14 maggio – “I recenti protocolli della Regione per regolamentare le riaperture degli stabilimenti balneari, della ristorazione, del turismo e del commercio in generale, hanno lusingato ma hanno anche illuso gli imprenditori. I piani della Regione Marche hanno fatto flop, non sono serviti agli operatori se non per la breve durata di tre giorni e chi aveva già iniziato ad organizzarsi e programmare l’accoglienza, ha dovuto fermarsi nuovamente e non sa più che fare”.

A dichiararlo è Mirko Bilò, responsabile degli enti locali della Lega per la provincia di Ancona.

Gli operatori marchigiani sono rimasti in mezzo ad un mare di annunci, sperando in decisioni regionali in deroga oppure nel via libera dell’applicazione delle direttive nazionali – continua Bilò – ma purtroppo c’è ancora tanta confusione tra le istituzioni”.

Mirko Bilò, responsabile Enti locali della Lega Ancona

Tutto è ancora bloccato, viene indicata a gran voce la data del 29 maggio per l’apertura degli stabilimenti ma ancora non è chiaro come dovranno essere installate le attrezzature – sottolinea l’esponente leghista – Questo si riflette negativamente anche sul mercato immobiliare ed alberghiero, strettamente connessi anche con la capacità ricettiva delle spiagge, con le prenotazioni a rischio a causa della impossibilità, da parte degli operatori, di fornire ai turisti notizie certe e garanzie di sicurezza”.

Per la Lega anconetana è mancata la sintonia tra Regione Marche e Governo centrale. Le regole avrebbero dovuto essere oggetto fin da subito di concertazione e coordinamento nazionale, e solo dopo essere deliberate a livello regionale. L’augurio, per non mettere ulteriormente in difficoltà il turismo regionale, è che non ci sia un braccio di ferro con il Governo e che possano trovare immediata efficacia le disposizioni regionali così come sono state concertate con le categorie di settore.

Va anche detto che esistono esempi da cui trarre insegnamento – conclude l’ex sindaco di Numana – sarebbe stato utile dare uno sguardo fuori dalle Marche e seguire qualche programma tv per accorgersi delle esperienze messe in pratica in altri Paesi, dove gli imprenditori sono lasciati liberi di organizzare al meglio le loro strutture, con il rispetto delle regole stabilite dalle autorità centrali (distanze minime, sanificazione delle attrezzature, lavaggio delle mani, utilizzo delle mascherine), e dove i controlli sono effettuati per garantire soprattutto la sicurezza delle persone e non per onorare illogici Dpcm zeppi di cavilli normativi repressivi”.

 

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