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Oltre alle regole le relazioni

Serve il dialogo nelle piazze

Oltre alle regole le relazioni – di Cinzia de Stefani

Ancona, 2 marzo 2024 – La nuova rubrica del Corriere del Conero  Stile libero offre ai lettori un approfondimento sui temi che riguardano costume e società con un linguaggio semplice e comprensibile a tutti. Nella giungla di notizie che ci arrivano dai canali più disparati e che creano spesso solo confusione, Stile libero vuole sostenere la diffusione della cultura della condivisione del sapere che è all’origine del progresso e della libertà dei popoli.

Lo psichiatra Paolo Crepet nel libro Non siamo capaci di ascoltarli Einaudi, 2006 s’interroga su ciò che significa educare oggi e se noi adulti siamo all’altezza di questo compito. Quello del libro è il racconto di come sia difficile il dialogo tra generazioni diverse.

Nell’introduzione, ne riporto alcuni passaggi, Crepet si pone questa semplice domanda «Se mi chiedessero di scrivere una lettera a una bambina che sta per nascere, lo farei così. Cosa hai sentito finora del mondo attraverso l’acqua e la pelle tesa della pancia di mamma? Cosa ti hanno detto le tue orecchie imperfette delle nostre paure? Riusciremo a volerti senza pretendere, a guardarti senza riempire il tuo spazio di parole, inviti, divieti? Riusciremo ad accorgerci di te anche dai tuoi silenzi, a rispettare la tua crescita senza gravarla di sensi di colpa e di affanni? Vorrei che gli adulti che incontrerai  fossero capaci di autorevolezza, fermi e coerenti: qualità dei più saggi. La coerenza, mi piacerebbe per te. E la consapevolezza che nel mondo in cui verrai esistono oltre alle regole le relazioni e che le une non sono meno necessarie delle altre, ma facce di una stessa luna presente».

Queste riflessioni mi tornano utili per cercare di comprendere ciò che è accaduto durante l’ultima manifestazione a Pisa del 23 febbraio tra i ragazzi, molti dei quali studenti e minorenni e le forze dell’ordine. Il Presidente Mattarella nella nota diffusa dal Quirinale, ha fatto presente al Ministro dell’Interno che l’autorevolezza delle forze dell’ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza, tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. «Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento». Il ministro Piantedosi ha parlato di capacità di fare autocritica e di trarre insegnamento dagli errori eventualmente commessi e condividendo le parole del Presidente, confida che le manifestazioni pubbliche possano svolgersi pacificamente e senza incidenti ma che è fondamentale in tale senso anche la collaborazione degli stessi manifestanti.

Il dialogo resta alla base dei rapporti umani. Si diventa maturi attraverso le emozioni e le relazioni.  Le regole e i divieti hanno un senso per la convivenza familiare e sociale ma sono fondamentali per rafforzare un legame, come può essere, nel caso di una manifestazione pubblica, anche quello con le istituzioni.

Non sarà certo con l’uso della forza e l’imposizione che un no assumerà peso e valore, sarà necessario spiegare le ragioni di quel divieto. Spesso le più diverse forme di disagio psicologico tra i giovani hanno origine dalla noia, pertanto quando abbiamo a che fare, al contrario, con giovani motivati che chiedono semplicemente di invertire la rotta per cambiare il proprio futuro, dobbiamo prenderne atto e cercare di comprendere le ragioni della loro inquietudine, agevolando il loro percorso di autoaffermazione. Oggi non sempre gli adulti, con le loro contraddizioni e incoerenze, dimostrano di essere guide autorevoli.

Hugo Pratt

Fulvio Ravagnani, direttore della Scuola di Comunicazione di IED Milano, intervistato, quale conoscitore del mondo giovanile, dice che negli ultimi 12 anni di insegnamento allo IED ha visto cambiare molto i ragazzi. I giovani chiedono spazio per le proprie passioni e cercano un equilibrio tra studio, professione e vita privata e di un loro posticino nel mondo che non vuol dire accontentarsi o rinunciare ma rispettare anche il posticino degli altri. Una novità se si pensa che un tempo gli studenti dicevano di essere pronti a sgomitare per conquistarsi uno spazio.

Oggi per loro sono più importanti  le relazioni e sono più abituati a quelle con i loro pari che con gli adulti. È necessario mettere al centro il confronto generazionale, ascoltando gli studenti, cercando di capirli senza giudicarli. Ecco allora tornando ai fatti di Pisa, Firenze, Roma, Napoli ecc.., non sta a noi stabilire le responsabilità di chi si è trovato a gestire l’ordine pubblico, ma possiamo invece riconoscere che i giovani vogliono da noi adulti quell’esempio di autorevolezza che passa attraverso le relazioni umane.  

Vogliono semplicemente riprendersi i propri spazi e lo dimostrano urlando il proprio dissenso nelle piazze, gridando per la pace contro la guerra, per un mondo ecologico contro il disastro ambientale, per il rispetto delle differenze e la difesa dei diritti inviolabili contro chi vuole reprimerli, tutte cause giuste, perché allora non farli crescere, perché incutere la paura di parlare, non è meglio ascoltarli e dialogare con loro?

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