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Il modello Lamborghini

È vincente per la sicurezza sul lavoro

Ancona, 4 maggio 2024 – Come ogni anno il primo maggio, festa del lavoro, è momento di riflessione. È l’occasione per fare il punto su crescita occupazionale, stato dell’arte sulle politiche giovanili, su come navighiamo in termini di crescita economica ma è soprattutto il tempo della resa dei conti sugli incidenti sul lavoro. A registrarne l’aumento è l’Inail, con 42.166 denunce di infortunio presentate nel mese di gennaio 2024, con un incremento del 6,8% rispetto alle 39.493 del primo mese del 2023. Secondo gli ultimi aggiornamenti di aprile, il numero di incidenti mortali è già salito a 119, 19 in più rispetto ai 100 registrati nello stesso periodo del 2023.

Si allunga la lista di incidenti e non si fermano le morti sul lavoro in Italia. Il bilancio è pesantissimo. La recente esplosione nella centrale idroelettrica nei pressi di Bargi, sulla sponda sudorientale del lago artificiale di Suviana, nell’Appennino Bolognese,  l’incidente ferroviario di Brandizzo, una strage sul lavoro consumata alle porte di Torino, dove cinque addetti alla manutenzione dei binari della ferrovia hanno perso la vita travolti da un treno. C’è il caso dell’operaio di Roma, Vincenzo Torella, di 60 anni che muore per un incidente mentre era impegnato in un cantiere, in pieno centro, a pochi metri da via Vittorio Veneto. Poi è il turno della fabbrica di fuochi di artificio in Abruzzo, tre le vittime. Analogo incidente a Rieti, dove a perdere la vita sono padre, madre e figlio, manipolando fuochi di artificio. Non manca il frontale risultato mortale, vicino a Urbino, tra un pullman e un’ambulanza, a bordo tre operatori sanitari e un paziente. Firenze, quartiere Novoli, al cantiere del nuovo centro commerciale Esselunga, coinvolti cinque lavoratori deceduti e tre sopravvissuti che riportano lesioni gravi.

Da un punto di vista psicologico il bilancio può essere anche un momento in cui ci si ferma a riflettere, un’opportunità preziosa per valutare se impegnarci in cambiamenti che possano migliorare la nostra vita ma anche quella degli altri, come nel caso in cui si rivestano ruoli di responsabilità, cariche pubbliche o ci si sieda ai tavoli di confronto.

Cetto La Qualunque (Antonio Albanese)

Dai palchi di mezza Italia risuonano le grida di sindacalisti incazzati che vogliono risposte, tra appalti, subappalti e caporalato, le voci di rappresentanti dello Stato e sotto le luci della ribalta c’è pure il politico prossimo alle elezioni che non perde occasione per divagare, al fine di riscuotere consensi. Un po’ mi ricorda quel Cetto La Qualunque, alias Antonio Albanese nel film Qualunquemente, diretto da Giulio Manfredonia che scende in campo per difendere la sua città per scongiurare la nomina a Sindaco dell’onesto Giovanni De Santis, ritenuto un pericoloso paladino dei diritti. In modo bizzarro, di lì avrà inizio la sua campagna elettorale in nome dell’illegalità e delle false promesse, all’insegna della spavalderia e della spregiudicatezza. Cetto, spiega Albanese che lo ha interpretato, ci ha dato il grande privilegio di ridicolizzare comportamenti e modelli, che per molti saranno furbeschi e vincenti, ma per noi sono solo ignoranti e patetici. Il film sta a raccontare con la comicità, un pezzo ingombrante della nostra realtà. Ridere ci serve per esorcizzare e per recuperare voglia di andare avanti. Nella speranza che Cetto La Qualunque diventi col tempo solo una macchietta e non uno specchio fedele dei nostri tempi. Un modo per raccontare tutto quello che non ci piace e per mettere in guardia su cosa potrebbe accadere. 

Ma quando tutto sembra perduto, non è nuova la notizia che ci siano imprese a dare il buon esempio. Nel 2010, viene premiata come eccellenza, l’azienda automobilistica italiana  che porta il nome del fondatore Ferruccio Lamborghini, già proprietario della Lamborghini Trattori. L’azienda, oggi Automobili Lamborghini Spa, controllata da Audi AG, con sede da sempre a Sant’Agata Bolognese, con oltre 1900 dipendenti, ha ricevuto lo speciale riconoscimento dall’Università di Bologna e dalla Fondazione Alma Mater, nell’ambito del Forum nazionale Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro  come azienda leader del settore  automotive, per il particolare impegno profuso in materia di salute e sicurezza, un tema questo, spesso tralasciato. Stephan Winkelmann, allora Presidente e AD di Automobili Lamborghini SpA, in carica fino al 2016, precisò che la strategia di Lamborghini consisteva nel costruire una vera e propria cultura della salute e della prevenzione per onorare concretamente la professionalità di collaboratrici e collaboratori dell’Azienda.

Offre ai dipendenti una gamma di servizi gratuiti come vaccini, cure terapiche e la possibilità per gli over 45, di effettuare regolari screening  per la prevenzione delle patologie cardiovascolari.

Fabbrica Lamborghini

Uno studio condotto nel 2018, da un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Economia Marco Biagi e del Centro di Analisi delle Politiche Pubbliche dell’Università di Modena e Reggio Emilia, ha messo in luce la validità del modello Lamborghini  attraverso un attento esame dei contratti integrativi aziendali, degli istituti regolamentati al loro interno e della loro evoluzione, con l’analisi della contrattazione di secondo livello riferita all’ultimo decennio, anche grazie ai risultati dei lavori delle commissioni tecniche bilaterali su organizzazione del lavoro, salute e sicurezza ambiente di lavoro, formazione dei lavoratori e premio di risultato.

Il miglioramento delle condizioni di lavoro si è realizzato secondo il modello di co-determinazione tedesca e l’applicazione della Charta internazionale dei diritti dei Lavoratori Volkswagen del 2002, recepita in Lamborghini nell’accordo del 2011, dopo 13 anni di proprietà Audi. Il documento che definisce le linee guida in termini di trattamento, diritti e relazioni per tutti i lavoratori del gruppo, ha avuto ripercussioni nelle relazioni industriali in altri siti produttivi appartenenti al gruppo Audi-VW nel territorio.

I ricercatori, attraverso l’analisi delle fonti documentali, hanno evidenziato in Lamborghini, da un lato la presenza costante di una realtà sindacale forte, attiva, unitaria e strettamente legata al territorio, che cerca di portare sul tavolo della trattativa una serie di temi fondamentali come sicurezza, formazione, partecipazione alle scelte produttive; dall’altra è emerso chiaramente un cambio di rotta nella gestione manageriale a partire dagli anni Audi.

La tesi degli studiosi è quella che entrambi gli elementi siano stati fondamentali nel determinare la storia recente dell’azienda, ovvero che non sia imputabile in maniera semplificatrice al cambio di proprietà Audi anche nelle relazioni industriali, ma che piuttosto l’arrivo della società tedesca e l’introduzione di un modello ispirato alla co-determinazione abbia reso possibile l’attuazione, attraverso strumenti chiari e precisi, di ciò che era solo in potenza. Ovviamente, il successo economico e la conquista di quote crescenti di mercato sono stati anch’essi fattori essenziali, che hanno di fatto permesso alla Lamborghini di incrementare allo stesso tempo numero di occupati, vetture prodotte, salari, profitti ed investimenti.

L’esperienza Lamborghini è pertanto stata in grado di generare esternalità positive, non solo in termini di accresciute conoscenze tra lavoratori, delegati sindacali e manager su pratiche cooperative e partecipative, ma proprio in termini di qualità dei rapporti industriali all’interno delle imprese del territorio che fanno parte della filiera di fornitori della Lamborghini, con la quale la stessa intrattiene relazioni economiche continuative, in particolare per ciò che riguarda appalti e  consulenza.

Nonostante le buone pratiche di alcune realtà industriali e vi siano timidi segnali di miglioramento delle politiche attive per la sicurezza, il perdurare delle morti sul lavoro dimostrano che ancora non si sono raggiunti obiettivi significativi nel corso degli anni. La media annuale delle vittime è rimasta pressoché invariata rispetto a quindici anni fa. Il presidente Mattarella, nel suo discorso del primo maggio ha detto: «Auguri a chi promuove lavoro, a chi lo cerca, a chi desidera migliorarlo».

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