31 Ago Il Fast fashion. Matteo Ward: «Crediamo che il cambiamento possa avvenire e noi possiamo guidarlo»
La nostra crisi planetaria richiede un nuovo ordine di azione sostenibile. Conduciamolo insieme
Ancona, 31 agosto 2024 – Non è impossibile per Matteo Ward ribaltare il sistema della produzione cradle to grave, dalla culla alla tomba. Lui è il giovane co-fondatore e portavoce di Wråd, la sturt up innovativa che restituisce vita allo scarto delle matite.
Il processo di trasformazione, oggi noto come tecnologia g_pwdr®, si basa su un’antica tecnica romana, già allora straordinariamente sostenibile. Con questo sistema viene creata la Graphi-tee, prima t-shirt al mondo colorata con questa tintura a base di polvere di grafite riciclata, in sostituzione ai pigmenti chimici.
Il nuovo modello di economia circolare, applicato principalmente al settore della moda, può contribuire a un nuovo ordine di azione sostenibile e dare risposte concrete alla crisi planetaria. La filosofia di Ward e del suo team, sta nei prodotti di scarto che anziché venire smaltiti, vengono valorizzati, conferendogli una nuova vita. Contro lo spreco, per sopravvivere nello spazio del pianeta a noi riservato, occorre riutilizzare ciò che già c’è.
Si stima che il consumo globale di abbigliamento aumenterà del 63% entro il 2030, raggiungendo 102 milioni di tonnellate, molte delle quali da smaltire.
Se a questa previsione si aggiungono gli 8,5 miliardi di persone che a quella data abiteranno il pianeta, sempre più in crisi, la transizione verso un modello di business circolare diventa una scelta obbligata, diversificandolo dal sistema di produzione lineare definito cradle to grave, tradotto dalla culla alla tomba.
L’industria della moda è una delle più inquinanti al mondo. Ward insieme ad altri professionisti, consapevoli dei rischi alla salute e all’ambiente derivanti dallo smaltimento dei capi di abbigliamento, avendo lavorato per alcuni marchi del settore, decisero di agire per ridurre l’impatto ambientale di questo genere di articoli.
Ward spiega che Wråd è nata come movimento con una missione chiara: ispirare il mercato a manifestare valori sociali e ambientali attraverso prodotti tangibili al fine di catalizzare il cambiamento.
Wråd che lega le parole raw e rad, grezzo e figo, nasce come progetto imprenditoriale di comunicazione attraverso i social media, con l’obiettivo di creare una community di attivisti sociali e ambientali in Europa, in sostanza l’intento iniziale era di risvegliare le coscienze verso l’educazione e la cultura del progresso sostenibile.
Il suo impegno contro il fast fashion lo ritroviamo anche nella serie TV Junk. Armadi pieni, dove Ward esplora il consumo compulsivo di abiti, mettendo in luce come spesso l’industria della moda produca inquinamento e sia responsabile dello sfruttamento del lavoro.
Pertanto cerca di sensibilizzare il pubblico sulla convenienza delle scelte più sostenibili e lancia il messaggio che è meglio comprare meno e prestare più attenzione alla qualità e alla provenienza della manifattura.
Il Fast fashion è un metodo di produzione massiccia di capi di abbigliamento che viene usato come riferimento a una moda istantanea, molto attuale, fatta di abiti di bassa qualità e venduti a poco prezzo.
La strategia commerciale delle grandi catene, ha in gran parte determinato il fenomeno del Fast fashion facendo dei brand la loro mission che è quella di offrire ai propri clienti, ad ogni stagione, le ultime novità del momento a prezzi bassi.
Le persone che comprano questi vestiti, sono generalmente attente allo stile ma a una moda che è funzionale solo all’apparire. Molte di queste vogliono spesso rinnovare il proprio guardaroba, altre si avvicinano a questo genere di abbigliamento per mancanza di possibilità economiche, spesso incoscienti dell’impatto della loro produzione sull’ambiente che le circonda.
Le aziende del Fast fashion quasi sempre non usano tessuti ecologici o di qualità perché costano troppo. Alcune di loro, per tutelare la propria immagine e reputazione, promuovono nei negozi il ritiro di vestiti usati in cambio di sconti sugli acquisti.
Questo mercato dall’alta velocità, unito allo shopping esasperato, produce effetti negativi sull’ecosistema.
I pesticidi che vengono trovati nei fiumi e nei terreni vicini alle fabbriche, derivano dallo sversamento dei liquami che contengono i coloranti tossici e le sostanze dannose utilizzate sia per la colorazione che per lo sbiancamento dei tessuti. Questo comportamento compromette la salute degli abitanti che si trovano in prossimità dei luoghi di produzione e che si servono dell’acqua dei fiumi per l’irrigazione dei campi.
Oggi più che mai non si può parlare di etica se non accompagnata da comportamenti virtuosi che possano salvaguardare noi stessi e il pianeta che ci ospita.