Argomenti per categorie

Nelle Marche il Covid rischia di mettere in ginocchio il calcio dilettantistico

Lorenzo Rabini, candidato alle regionali: “la quarantena per tutti nell’eventualità di un solo riscontro positivo è un ostacolo da superare, altrimenti è la fine”. E cita il caso dell’Osimana

Ancona. Il consigliere provinciale Lorenzo Rabini, candidato alle elezioni regionali, interviene nel merito di una questione che sta tenendo tutte le società calcistiche dilettantistiche con il fiato sospeso: l’effetto positività Covid anche di un solo calciatore che mette in quarantena tutti con effetti molto pesanti non solo per le società sportive ma, a cascata, anche per coloro che devono restare per forza a casa, con conseguenze deleterie in materia di lavoro e socialità.

Ancona – Lorenzo Rabini (FdI), consigliere provinciale candidato alle regionali

«È indubbio – dichiara Rabini – che il protocollo al quale devono attenersi anche le società calcistiche della nostra Provincia non fa respirare, nel vero senso della parola. L’applicazione delle regole imposte, non solo non permette ad allenatori e calciatori di eseguire una corretta preparazione dal punto di vista tecnico e tattico – addirittura con distanze da rispettare in uno sport di contatto – ma si rischia di buttare tutto all’aria e di non far partire neanche i campionati qualora in ogni squadra dovesse verificarsi anche un solo caso di positività Covid».

Rabini, come esempio, riprende il caso del giocatore dell’Osimana che tre giorni fa, tornando dalle vacanze, è stato trovato positivo, costringendo alla quarantena compagni di squadra, staff tecnico, genitori e amici. «Il caso dell’Osimana – ricorda Rabini – non è il solo, e dimostra quanto sia abominevole, rispetto all’evoluzione della conoscenza del virus e delle sue reali condizioni di pericolosità, (e non gli scenari artatamente prospettati), quella situazione per cui tutti gli altri componenti la squadra devono rimanere in quarantena e con loro tutte le altre persone che hanno relazioni con i calciatori».

Una imposizione spesso insostenibile per tante realtà sportive sparse nel territorio. «Vanno all’aria in un attimo programmi sportivi, di lavoro e di socialità – insiste Rabini – addirittura nei confronti di Società che per riprendere dovranno fare i cosiddetti salti mortali per mettere il più possibile a norma Covid gli ambienti in cui operano, i loro atleti e tutto lo staff. Così si rischia la paralisi non solo sportiva, ma non è certo questo quello che vogliono lo sport in generale e i dirigenti delle Società dilettantistiche. Per la verità, queste problematiche riguardano anche i professionisti, ma in questo caso trattiamo le vicende del calcio dilettantistico, la parte più numerosa e più debole dell’ossatura calcistica».

Al termine della sua analisi, Lorenzo Rabini chiama in causa se stesso e tutti gli addetti ai lavori, e traccia una strada da seguire. «La politica – conclude – può fare e deve fare la sua parte, premendo fortemente sia sul Governo politico dello Sport sia sulla Lega Dilettanti. Vanno modificati alcuni protocolli; vanno riorganizzate le regole sulla quarantena e sulle responsabilità. La Regione Marche, titolare della delega sullo sport, deve prendersi cura di tutto questo enorme potenziale umano e calcistico che ha in dote, e lavorare per la ripresa delle attività, non per la loro fine».

© riproduzione riservata

Tags: