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Ospedale: lettera aperta di Dino Latini di Liste Civiche

Al centro del contendere l’ospedale cittadino e le sue sempre maggiori carenze e minori servizi attribuiti al mal governo dell’attuale Amministrazione Pugnaloni e dei suoi alleati politici

Osimo, 6 novembre 2018 – “Gentile signori, lettori di Facebook, ho letto i post che riguardano la questione ospedale”… Inizia così la lettera aperta che il capogruppo di Liste Civiche, nonché candidato sindaco alle prossime Amministrative 2019, ha inviato al giornale.

Com’è suo costume, ormai, nella lettera aperta Latini se la prende con tutti, esalta la sua ex gestione e promette di riportare a dignità il nosocomio cittadino. Eccone i contenuti.

L’Ospedale di Osimo

«Le Liste Civiche ed io abbiamo votato sempre contro le varie riforme sanitarie regionali che si sono succedute in questi anni, e ciò anche se siamo stati sbertucciati e irrisi perché litigavamo troppo con le Istituzioni per difendere Osimo (sono stato pure recentemente condannato in primo grado per un manifesto 6×3 contro l’Asur).

Fin tanto che abbiamo litigato, abbiamo difeso la sanità di Osimo e questa è rimasta in vita; da quando invece c’è dialogo istituzionale (2014) l’ospedale e tutte le altre strutture e servizi sono stati smantellati, con grave nocumento per la salute dei cittadini.

Noi abbiamo lasciato, all’8 giugno 2014, un contratto scritto con la Regione Marche che l’Ospedale di Osimo sarebbe stato potenziato in mezzi, strutture e risorse umane e poi trasferito nel nuovo Ospedale di Rete dell’Aspio. Loro (tutti gli altri) hanno fatto carta straccia del contratto e hanno acconsentito che il nostro secolare ospedale diventasse una filiale dell’ Inrca, nonché e soprattutto rinunciato al nuovo Ospedale di Rete.

Se c’è un solo documento, uno solo, che dimostri anche implicitamente che siamo stati d’accordo a cancellare l’Ospedale di Osimo ci venga mostrato.

Ma siamo certi che non c’è alcun documento, perché della difesa della sanità osimana ne abbiamo fatto un credo che si è concretizzato in molte azioni: abbiamo portato il primario di chirurgia (2000), di ostetricia-ginecologia (2004), abbiamo acquistato la TAC, attrezzato la risonanza magnetica mobile, donato attrezzature specialistiche per i vari reparti, aperto centri poliambulatoriali sul territorio e punti prelievo, recuperato le somme per il nuovo ospedale, consegnato farmaci senza ticket, aperto un reparto di sollievo, e tanto altro che sta scritto nelle prestazioni eseguite a favore di chi stava male.

Dal 2014 invece, più nulla! Solo ore di attese per il mero cambio di un medico o per avere un farmaco salvavita.

Osimo – Dino Latini

Oggi, così è stata ridotta la sanità di Osimo, voluta da chi pur di cambiare nel 2014 ci ha coperto di falsità sulla questione e continua a sobillarne (come vedo da alcuni post), senza curarsi di dove sta andando la città, segno evidente che prima della tutela della salute per chi sta amministrando, viene la tutela della propria fazione partitica.  

Noi avevamo preavvertito, fin dal 2012, che con quelle riforme sanitarie regionali l’Ospedale di Osimo sarebbe stato a rischio chiusura.

Abbiamo lanciato per tempo l’ipotesi alternativa dell’ Ospedale della Provvidenza, ovvero un grande intervento di mano pubblica e civica per organizzare una struttura primaria di assistenza ospedaliera e domiciliare (altro che ospedale privato!), ma siamo stati scherniti come novelle cassandre, salvo purtroppo scoprire che la realtà, anche per la complicità del Comune di Osimo e dei sostenitori dell’attuale governo regionale, si è proprio materializzata, come noi temevamo con la fine dell’Ospedale e della sanità osimana (come esempio su tutto: le condizioni in cui versa il Pronto Soccorso del SS. Benvenuto e Rocco).

Oggi, il 30% delle prestazioni ospedaliere sono volutamente dirottate al privato (vedasi analisi); chi vuole assistenza subito deve rivolgersi a pagamento alle case di cura private o deve andare nelle vicine regioni dell’ Emilia Romagna o Toscana; chi non ha soldi attende mesi o deve andare presso gli ospedali più lontani della Regione.

Così ci hanno ridotto l’inciucio locale sinistra–destra e movimento 5 stelle che fingendo di difendere l’ospedale, andando a fischiettare per le vie del centro di Osimo di domenica, lo hanno volutamente consegnato allo smantellamento.

E per il futuro, tutti insieme, intendono insistere che ciò rimanga così, con l’ironia della sorte che Osimo non avrà alcun presidio sanitario, mentre cresce quello di Castelfidardo, si potenzia l’ospedale di Loreto, si mantiene in essere quello di Chiaravalle.

Noi, per il futuro, oltre le prestazioni domiciliari che già svolgiamo ai pazienti, saremo in grado di riportare l’Ospedale (quello vero) in Osimo, perché  le persone meritano un’ assistenza vera, gratuita, diretta e immediata.

Non saranno certo le insinuazioni su cosa ho fatto in passato o simili, ad impedirci di parlare del disastro attuale e di ciò che si dovrà fare per cambiare tutto e ridare dignità agli assistiti, agli osimani che necessitano di prestazioni sanitarie.

Il tutto senza mai dimenticare e sempre ringraziare i pochi “sopravvissuti” operatori dell’ Inrca di Osimo che continuano, in modo encomiabile, a dare il massimo del loro servizio, del loro impegno e della loro professionalità».

Dino Latini

 

redazionale

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