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Tutta colpa dell’arbitro

La Svizzera ci manda a casa agli ottavi di finale, ma forse ci aveva già eliminato la Croazia

Ancona, 3 luglio 2024 – Lo avremmo dovuto capire subito, quando ancora non tutto era compromesso, da questo.

Domenica 23 giugno, su Repubblica, era uscito un articolo dell’inviato agli Europei Matteo Pinci: Il barbiere della nazionale: Frattesi, Dimarco e Scamacca, i segreti e le scaramanzie nelle acconciature degli azzurri, il titolo.

Federico Dimarco

Sì, non vi preoccupate, avete letto bene. I segreti delle acconciature degli azzurri (ah, Dimarco li tinge prima di ogni partita, tanto per fare un esempio). Lui, il barbiere, si chiama Andrea Discanni e ha raggiunto appositamente il ritiro della Nazionale, dopo la partita con la Spagna.

Avete letto bene anche qui: dopo la partita con la Spagna. In pratica, dopo essere stati presi a pallate dalla Spagna, i nostri calciatori hanno pensato bene di ritoccarsi le acconciature. Mancava solo che arrivasse anche un tatuatore. C’è anche una foto, a corredo, di Discanni che taglia i capelli a Alessandro Bastoni. Tutto vero, eh, basta farsi un giro in internet.

E noi che avevamo ancora negli occhi le immagini di Roberto Boninsegna, il grande Bonimba, che rientrava in campo per il secondo tempo con i capelli lunghi, la riga in mezzo, tirati indietro con l’acqua, anche d’inverno con le temperature sottozero.

L’acconciatura di Bastoni comunque, con la sua bella sfumatura ai lati, abbiamo avuto modo di apprezzarla al termine di Svizzera – Italia 2 a 0, ottavi di finale, loro ai quarti e noi a casa, quando le telecamere Rai lo hanno ripreso a terra affranto e (forse) in lacrime.

Abbiamo aspettato oggi, prima di scrivere. Di certe cose meglio scrivere a freddo che non a caldo sull’onda dell’emozione. Fatto sta che, nel frattempo, i calciatori azzurri sono già rientrati in Italia nell’indifferenza generale. Non hanno trovato, ad accoglierli, neanche qualche delegazione di tifosi che li contestasse. Niente di niente, non se li è filati proprio nessuno.

Ad avere il dono della sintesi, in effetti, per questi giocatori basterebbe un unico aggettivo: Impresentabili.

Gianluigi Donnarumma

Contro la Svizzera, sabato scorso, si è vista un’italietta che non si può neanche definire modesta. Uno spettacolo, tecnico e caratteriale, patetico e straziante. Una squadra arresasi prima di giocare. Sì, proprio così, senza tanti giri di parole.

Non bastasse quello che avevano fatto vedere sul campo, poi, a fine partita sono subito passate in tv due o tre interviste: al capitano Donnarumma (l’unico a essersi salvato della spedizione), Cristante e Darmian. Sembravano quasi sollevati, era finita una scocciatura si sarebbe detto a vederli. Pronti a rimettere le cuffie alle orecchie, salire sul pullman e tornare presto in albergo a fare i bagagli, ché domani mattina c’è da prendere un aereo. Per noi tifosi, in compenso, era finito un incubo.

A sentire il presidente della FIGC Gabriele Gravina, in conferenza stampa, la colpa non è di nessuno: non è sua, non è del commissario tecnico, non è di chi ha giocato. Niente dimissioni, quindi. Rimangono tutti al loro posto. Finiti i bei tempi di gentiluomini come Prandelli o Zoff. Il progetto va avanti, sostiene Gravina. Il progetto? Quale progetto? E chi lo spiegherà, eventualmente, ai futuri convocati il progetto, lo spiegherà Spalletti? Alzi la mano se, onestamente, c’è qualcuno che capisce qualcosa quando parla Luciano Spalletti. Oh, forse qualcuno che lo capisce c’è, magari è solo un nostro limite…

Luciano Spalletti

Certo, si dirà adesso, il commissario tecnico ha avuto a disposizione poco tempo. Bene allora, visto che gliene si concede dell’altro, faccia in modo di utilizzarlo meglio, il tempo. Perché ci è sembrato, siamo cattivi, che il problema delle scelte di Spalletti non sia stato solo di natura tecnica, ma anche di natura umana.

Giocatori di caratura internazionale, a parte Donnarumma, in Italia non ce n’è, questo è vero, per carità. Ma qualcuno con più personalità, carattere e esperienza, però, lo si poteva anche trovare. Sempre un esercizio spiacevole fare nomi, ma magari si poteva evitare quell’ostinazione su Di Lorenzo? Anche per il ragazzo stesso. Passare dai “professori di Harvard” Bonucci e Chiellini (cfr Mourinho) a Di Lorenzo e Darmian

E Jorginho? Forse andava messo da parte prima. Fagioli, il suo sostituto naturale, è uno che ha sbagliato, certo, ma ha pagato e quel che ha fatto non può diventare uno stigma. Oppure vogliamo parlare dell’inguardabile Scamacca? Davvero l’unica eventuale alternativa è il più che mediocre naturalizzato Retegui? Retegui, eh, stiamo parlando di Retegui.

Tanto Spalletti, vuole la vox populi, è un allenatore che nelle squadre ci mette del suo, ci mette la sua visione. Eccolo, allora, che ci comincia parlare di calcio perimetrale, di calcio relazionale. La verità è che non ci ha capito niente nessuno. Men che meno i suoi calciatori. Figurarsi, quelli avevano da pensare a tingersi di biondo prima della partita. Forse, oltreché visionario, Spalletti è anche un po’ presuntuoso? Fermiamoci qui, è meglio.

Chissà forse ha ragione Fulvio Paglialunga che l’altro giorno, su Il Foglio, ha scritto che è tutta colpa di Zaccagni. Se non avesse segnato quel gol al 98’ noi tutti non ci saremmo illusi. Noi pensiamo, più provocatoriamente ancora, che sia tutta colpa di Danny Makkelie, l’arbitro olandese di Croazia – Italia e di quell’insensato, inspiegabile recupero di 8 minuti che ha concesso (di questo non ha parlato quasi nessuno, avete notato?).

Yamine Lamal che studia per la scuola dal ritiro con la Spagna

Oggi, i nostri giocatori, sarebbero stati tutti a casa da una settimana. Anzi, no. A casa? Macché, tutti già tra Ibiza e Formentera, a far sfoggio delle belle acconciature di Andrea Discanni. Un po’ di vergogna? No, quella neanche a pensarci.

Noi pure ci saremmo già dimenticati di tutto, incantati davanti alla tv dalle immaginifiche prodezze di Yamine Lamal, esterno destro della Spagna, domenica sera contra la Georgia. Compirà 17 anni oggi, auguri!

L’altro giorno ha postato su Instagram una sua foto dal ritiro della nazionale spagnola, è alla scrivania che studia sui libri di scuola. Non alle prese con una tintura per capelli. Un giocatore troppo bello da vedere per essere vero, non ci stancheremo mai di ripeterlo.

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