Argomenti per categorie

Una striscia quotidiana di riflessione

PROVENZANO E LA PIETAS DI STRASBURGO

26 ottobre 2018 – La Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia per la decisione di continuare ad applicare il carcere duro previsto dal 41 bis al boss mafioso Bernardo Provenzano, dal 23 marzo 2016 fino alla sua morte.

Secondo la Corte, il ministero della Giustizia ha violato il diritto di Provenzano a non essere sottoposto a trattamenti inumani e degradanti. Allo stesso tempo, la Corte ha stabilito che la decisione di far continuare la detenzione non ha leso i suoi diritti. L’avvocato di Provenzano, Rosalba Di Gregorio, commenta: “È stata una lotta per l’affermazione che applicare il carcere duro a chi non è più socialmente pericoloso si riduce a persecuzione”.

“Binnu u’ Tratturi”, uno dei soprannomi del boss mafioso (nato a Corleone il 31 gennaio 1933- deceduto a Milano il 13 luglio 2016), succeduto negli anni ’90 a Totò Riina ai vertici della mafia siciliana, venne arrestato l’11 aprile del 2006 dopo una latitanza durata oltre 40 anni. Killer spietato prima, poi al vertice di Cosa Nostra, nella sua carriera collezionò circa 20 ergastoli e ammazzò decine di “nemici”. Inventore dei famosi “pizzini” con i quali in latitanza comunicava e dava ordini all’esterno, non fu d’accordo con Totò Riina sull’eliminazione dei magistrati Falcone e Borsellino ma lasciò fare.

Chissà se la Corte europea di Strasburgo abbia mai letto la sua biografia; di certo non ha vissuto dall’interno le vicende crudeli  e animalesche che hanno accompagnato Provenzano nella sua carriera ed ascesa in Cosa Nostra. Ma la questio, è un’altra. Di fronte ad un uomo di tale fatta, vale in vecchiaia la pietas che ha mosso Strasburgo nei suoi confronti? In termini banali e chiacchiere da bar, basta invecchiare, seppur con qualche acciacco e disturbi dell’età, per vedersi cancellare e mitigare di parecchio una detenzione dura come il 41bis? Provenzano è morto. Ma dovrà resuscitare e morire altre diciannove volte per pagare in toto il suo debito con la giustizia.