06 Dic Una striscia quotidiana di riflessione
“BABBO NATALE? NON ESISTE”. LICENZIATA!
6 dicembre 2018 – È successo alla Cedar Hill Elementary School di Montville nel New Jersey in Usa. Una maestra, supplente, ha detto ai suoi alunni di prima elementare che Babbo Natale non esiste. È stata licenziata in tronco.
Meglio vivere nell’illusione e nella bugia? Evidentemente, sì! Almeno, lo è per la Direzione di quella scuola americana. Anche perché la solerte maestrina non si è limitata a sconfessare Babbo Natale, ai piccoli alunni ha detto che non esistono nemmeno la fatina dei denti, gli elfi, i folletti e le renne volanti. Infrangendo, nel volgere di pochi minuti, il loro mondo di sogni.
Il preside della scuola, che si è dovuto scusare con i genitori, ha detto che i bambini sono risultati: “traumatizzati dalla scoperta”.
Non lo so quanto sia pedagogico, per un bimbo, crescere nella convinzione che Babbo Natale pensi a lui, una volta all’anno, consegnandogli regali sotto l’albero. O che la fatina, se gli casca un dente, se lo porti via in cambio di un soldino. O che elfi e folletti brighino e si muovano fra gli steli d’erba del giardino di casa e del bosco. Né, tantomeno, l’essere convinti che le renne volino.
Ai miei tempi, quando m’è toccato d’esser bambino, non c’era Babbo Natale. E neppure le renne volanti. Un’invenzione consumistica importata più avanti dall’America. C’era Gesù Bambino che ti portava i doni. Diversi i personaggi, uguale il meccanismo. E ricordo, con struggente tenerezza, che ci ho creduto per anni. Fino a quando, a forza di sentirmi dare dello stupido dai miei compagni, ho scoperto i miei genitori in flagranza di reato mentre depositavano i pacchetti sotto l’albero. A notte fonda.
Fiero sì della scoperta ma, nell’intimo, invaso da una delusione indicibile. Catapultato con violenza fuori dal mondo dei sogni per entrare in quello della vita reale che i sogni non contempla. Quella notte, persi in parte la mia capacità di stupirmi e di meravigliarmi.
“Gli scienziati dicono che siamo fatti di atomi, ma un albero mi ha sussurrato che siamo fatti di sogni, un’onda mi ha detto che siamo fatti di viaggi, un bambino che gioca con le fate mi ha raccontato che siamo fatti di meraviglia”. (Fabrizio Caramagna)