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Una striscia quotidiana di riflessione

L’ASSURDO DELLA DEMOCRAZIA

21 novembre 2018 – “Le masse saranno sempre al di sotto della media. La maggiore età si abbasserà, la barriera del sesso cadrà, e la democrazia arriverà all’assurdo rimettendo la decisione intorno alle cose più grandi ai più incapaci. sarà la punizione del suo principio astratto dell’Uguaglianza, che dispensa l’ignorante di istruirsi, l’imbecille di giudicarsi, il bambino di essere uomo e il delinquente di correggersi.

Il diritto pubblico fondato sull’uguaglianza andrà in pezzi a causa delle sue conseguenze. Perché non riconosce la disuguaglianza di valore, di merito, di esperienza, cioè la fatica individuale: culminerà nel trionfo della feccia e dell’appiattimento. L’adorazione delle apparenze si paga”.

Bè, c’è poco d’aggiungere. Qui si dipinge un quadro piuttosto calzante dei tempi che stiamo vivendo. E come e perché ci siamo arrivati. I princìpi descritti e la forma, indicano chiaramente una profezia, un’analisi di ciò che sarà frutto di studi e riflessioni filosofiche ed estetiche di un’epoca antecedente alla nostra.

Come a dire che qualcuno c’era arrivato per tempo a capire, e a metterci in guardia. Ovviamente inascoltato. Perché l’apoteosi della vanità nell’individuo, insita nella democrazia, è da sempre sorda alla sua negazione e condanna.

Il virgolettato di cui sopra, l’ho trovato in rete (ringrazio chi l’ha postato). È opera del filosofo svizzero Henri-Frédéric Amiel (1821-1881), tratto dai suoi “Frammenti di diario intimo”, e la cosa strabiliante è che l’ha pubblicato nel giugno 1871, 147 anni fa. 75 anni prima della nascita della Repubblica italiana.

Forse, vale la pena rifletterci su. E, per non farvi mancare nulla, chiudo con un’altra perla di Amiel:

Il destino ha due modi per distruggerci, negare i nostri desideri o realizzarli“.