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Una striscia quotidiana di riflessione

PESCI GRANDI E PESCI PICCOLI

19 novembre 2018 – Da bambino me lo diceva sempre nonno Enrico: “il pesce grande mangia il pesce piccolo” ed io, nel mio giovane mondo fatto di piccoli sogni e immensa ingenuità, ogni volta che vedevo un pesce nel piatto pensavo: “che fortuna hai avuto, sei sfuggito alle grinfie del pesce grande”. Senza rendermi conto che in quel momento, per lui, il pesce grande ero io.

Qualche anno dopo, me lo ripeteva anche mio padre per tarpare le ali ai miei progetti futuribili: “non può funzionare – diceva – non hai né soldi né esperienza, ricordati che il pesce grande mangia il pesce piccolo”. Ed io che non capivo, e inconsciamente non lo accettavo, gli rinfacciavo il suo non volermi dare una mano.

Una volta cresciuto, dopo aver ricevuto un paio di porte sbattute in faccia con violenza da un paio di pesci grossi, finalmente capii: “il pesce grande mangia il pesce piccolo. E siccome in natura tutto ciò che esiste è destinato a crescere e a modificarsi, da quel momento decisi che avrei fatto di tutto per diventare un pesce grande. Consapevole che non sarebbe bastato triplicare il cibo.

La morale? Non c’è una morale. Oggi, a 64 anni, prendo atto che il pesce grande continua a mangiare il pesce piccolo. E che non sono diventato un pesce grosso ma un uomo grasso. Come milioni di altri uomini ho cercato di dare un senso alla vita, a volte riuscendoci altre no. Quel che è certo, non mi sono mai sentito né un grande né un piccolo pesce, ma semplicemente una creatura che si è mossa nell’oceano dell’esistenza cercando di dare sempre il meno peggio di sé.

Desiderando per tutta la vita l’impossibile, sentire mio nonno e mio padre dire: “C’è un fatto: prima di diventare pesci grandi sono stati tutti pesci piccoli. Nuotiamo insieme contro la corrente, la rotta però, sceglila tu!”