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Una striscia quotidiana di riflessione

DA SAMARCANDA A L’INFINITO

9 novembre 2018 – Tre giorni fa il professore cantautore Roberto Vecchioni, a distanza di cinque anni dall’ultimo, ha presentato alla stampa il suo nuovo disco: L’infinito. Ne parlo per amore, per nostalgia e gratitudine. Perché ho amato tantissimo la sua produzione artistica che per anni ha fatto letteralmente da colonna sonora alla mia esistenza giovanile; per nostalgia perché darei chissà cosa per poter tornare a riassaporare quelle atmosfere che ormai, dopo tanti anni, non m’appartengono quasi più; per gratitudine perché nel lontano 1983 fu proprio lui ad acconsentire a scrivere la prefazione al mio primo romanzo Tornare a vivere.

Da allora, ne è passata di acqua sotto i ponti. Sono invecchiato parecchio, ed è invecchiato pure lui. Lo ricordo capellone e con il sigaro in bocca. Ricordo i suoi concerti unici a Torino; il pranzo a casa sua a Milano per ritirare la sudata prefazione; quel paio di volte, dopo un concerto, quando gli portai in camerino il suo bicchiere di whisky, complice la bellissima moglie Daria.

In questo L’infinito (solo cd e vinile), ovviamente ispirato dal Leopardi (il poeta pessimista per eccellenza), Vecchioni ne riscopre l’ottimismo e la gioia per la vita grazie ad una parola: sole, che il poeta recanatese pare abbia utilizzato solo in prossimità della fine.

Affinità elettive? Vecchioni non lo sa, ma Giacomo Leopardi è il mio poeta preferito. E la sua (di Giacomo) L’infinito, l’amo al punto d’averla inserita nel mio ultimo romanzo. Nella prefazione a Tornare a vivere, a proposito del fatto che lui non scriveva quasi mai niente per nessuno, fra le altre cose Vecchioni scrisse: “… viaggio per sensazioni ed emozioni così sottili che non stanno su nessuna bilancia…”. Vorrei dirgli oggi, a distanza di tanti anni: “anch’io!” E che la sua canzone Figlia mi ha fatto versare lacrime per anni.

Ne è passata di acqua sotto i ponti. Samarcanda però è sempre là, come le luci e le nebbie di San Siro. L’infinito è un passo avanti, un’evoluzione, una consapevolezza in più.