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Storia di Virus e di Decreti

La lettura di Piero Celani (FI): “L’operazione è riuscita ma il malato è morto”

14 aprile 2020 – Emergenza Covid-19; restrizioni, divieti, autocertificazioni, ripartenza: fase 1, fase 2… Nella giungla dei decreti ministeriali varati dalla presidenza del Consiglio dei Ministri, volti alla richiesta di sacrifici da parte degli italiani, e con la promessa di aiuti finanziari un po’ a tutti – che tardano ad arrivare per le solite pastoie burocratiche – trovare il bandolo della matassa è sempre più difficile. Si diffonde, in molti, quel senso di disorganizzazione e di mancanza di strumenti adeguati per far fronte ad un Virus micidiale e inaspettato. Un Virus che ancora non sappiamo come debellare. E che ha spiazzato tutti i leader e le economie del mondo.

In questo scenario è facile per le varie opposizioni pescare argomenti per attaccare l’operato di chi è chiamato a gestire l’emergenza. In Democrazia, chi è obbligato a prendere decisioni lo deve fare tenendo conto delle esigenze di tutti e con urgenza, aumentando così il rischio d’errore. Ecco come Piero Celani (FI), vicepresidente del Consiglio regionale delle Marche (foto) affronta e commenta da Ascoli Piceno, con una vena ironica di fondo, la situazione del momento:

«Al decimo DPCM il Covid-19 si fermò. La fantastica potenza di fuoco messa in campo dal premier sembrò avere la meglio sul micidiale Virus. L’Italia, modello da imitare per tutti i Paesi del mondo, aveva messo in campo il meglio della sua produzione legislativa.

In appena 45 giorni il prof. Conte e il suo Governo avevano varato: 6 tra leggi e decreti legge, 2 delibere del Consiglio dei ministri, 10 decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, 19 ordinanze del capo dipartimento della Protezione civile, un protocollo, una ordinanza del ministero della Salute e due direttive del ministero della Pubblica amministrazione. In tutto, qualcosa come 277 tra articoli di legge e disposizioni varie, una montagna di oltre 300 pagine.

Il tutto, ovviamente, in burocratese stretto: una delle lingue più difficili al mondo. E il virus vacillò.

Vacillò anche il Paese da due mesi in quarantena e con l’industria ferma. E a quanti, timidamente, ricordavano il vecchio detto: “l’operazione è riuscita, ma il malato è morto” si rimbrottava di non disturbare il conducente, di stare zitti e ammirare la potenza di fuoco degli atti amministrativi come l’ennesima conferenza stampa a reti unificate e l’annuncio di un nuovo Dpcm.

Anche da Bruxelles la potenza di fuoco del Governo e la dialettica di Conte e Gualtieri avevano ottenuto lo scopo. Miliardi e miliardi di euro annunciati, ma in arrivo su un binario morto. Qualcuno però disse che ancora non erano arrivati i 600 euro, qualcuno però disse che il buono spesa non bastava, e che la cassa integrazione non sarebbe stata pagata prima di giugno.

Ed ora, dopo l’annuncio sul balcone di Palazzo Chigi che era stata eliminata la povertà, potremo salutare anche il raggiungimento di un altro obiettivo grillino: la decrescita felice.

Intanto il Covid non verrà fermato dalla tracimazione dei Dpcm e dalle conferenze stampa a base di annunci, ma verrà fermato per sempre il motore del Paese. E visto che siamo in periodo pasquale, viene in mente Pilato che se ne lavò le mani!…»