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Soon-Shiong: «Ragazzi dubitate dei social, difendete il giornalismo»

L’informazione cartacea snobbata dai giovani a favore del web

17 maggio 2019 – In un suo articolo pubblicato sul Corriere della Sera, Alessio Ribaudo riporta di Patrick Soon-Shiong (nella foto by Twitter), proprietario e presidente del Los Angeles Times dal 2018, che a Firenze ha parlato ad un centinaio di studenti provenienti da tutta Italia per partecipare al progetto “Il quotidiano in classe” promosso dall’Osservatorio permanente Giovani editori guidato da Andrea Ceccherini. «Noi editori dobbiamo trovare il modo di avvicinare i giovani alla lettura dei quotidiani – ha detto ai ragazzi Soon-Shiong – dobbiamo insistere e andare alla radice del problema perché non possiamo permetterci di chiudere questi presidi di democrazia».

Il messaggio di Soon-Shiong è chiaro: «Ragazzi, dubitate dei social, difendete il giornalismo su carta. Occorre giornalismo di qualità, fatto da giornalisti che abbiano un approccio scientifico alla notizia per avvicinarsi il più possibile alla verità, sfruttando anche l’uso delle tecnologie come l’intelligenza artificiale». Una sfida per nulla semplice e il magnate dell’editoria lo sa bene:  «Vedo il bicchiere mezzo pieno e anche se sarà dura far tornare i giovani a leggere su carta, dobbiamo provarci, per questo stiamo ipotizzando contenuti che possano destare la loro curiosità su tematiche come sport, cibo, newsletter e settimanali».

Del resto, riporta Alessio Ribaudo, la vita di Soon-Shiong è stata tutta una sfida: “cresciuto in Sudafrica durante l’ apartheid, da genitori cinesi, a 14 anni per guadagnare vendeva giornali per strada. Poi, leggendone alcuni, si è appassionato di medicina. Si è laureato, è emigrato prima in Canada e poi negli Usa dove è stato uno dei chirurghi che ha eseguito il primo trapianto di pancreas. Per la Nasa ha studiato come far crescere le cellule staminali sullo Shuttle e poi ha sviluppato l’idea delle nanoparticelle contro il cancro”. Diventato miliardario, Soon-Shiong nel 2018 ha acquistato il Los Angeles Times per 500 milioni di dollari, investendone altri 200 e assumendo 100 giornalisti.

In parte il magnate ha ragione. I logaritmi che gestiscono i social portano gli utenti a rapportarsi fra loro in base a gusti e idee comuni, tagliando fuori chi ha gusti diversi o ha opinioni opposte, eliminando così la possibilità di un vero e costruttivo contraddittorio. A dirla tutta, però, i social hanno dato l’accesso alla notizia quasi in tempo reale ad una platea sconfinata. Ed è questa la vera minaccia ai giornali cartacei che, per questioni di tempistica di stampa, vengono quasi sempre battuti sul tempo, costringendoli così ad aprire pagine social a loro volta.

Certo, senza cartaceo non ci sarebbe più il profumo dell’inchiostro sulla carta, il rito del voltare pagina, la notizia quasi ‘toccata con mano’. Ma l’importante credo sia che la notizia venga data, sempre e correttamente. Se sei un giornalista serio, il mezzo che la divulga conta poco.