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Senza Bella Ciao non è 25 Aprile

Khrystyna Solovyi ne ha fatto una cover sulla guerra tra Russia e Ucraina

Camerano, 25 aprile 2022 – Pare non essere la canzone dei partigiani e della Resistenza italiana per eccellenza, anzi, pare che durante la Resistenza non la cantasse quasi nessuno. Eppure, oggi, Bella Ciao è una canzone conosciuta e cantata in tutto il mondo. C’è chi sostiene che a cantarla per prime furono le mondine durante il lavoro nelle risaie; altri che a diffonderla furono i partigiani abruzzesi. L’origine della canzone è piuttosto incerta, ogni storico ha la sua versione ma nessun dato certo.

Neppure la sua melodia ha un padre, c’è chi la fa risalire a una canzone popolare ebraica suonata da Mishka Ziganoff (1889-1967), un musicista ucraino naturalizzato statunitense. Sta di fatto che è diventata celeberrima. Nel 2017 è diventata la colonna sonora della serie televisiva spagnola ‘La casa di carta’ e quest’anno è diventata una canzone simbolo della resistenza ucraina grazie ad una cover della cantante Khrystyna Solovyi che ha riadattato il testo al contesto della guerra tra Russia e Ucraina (foto e video riprodotto di seguito).

https://youtu.be/aBBs2RRMGVE

Comunque sia, e comunque la si pensi, senza Bella Ciao il 25 Aprile sembra avere meno presa sull’immaginario collettivo, tanto che oggi anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’ha citata nel suo discorso sulla Liberazione. Capire fino in fondo il successo di questo canto è pressoché impossibile, e per giustificarlo non è sufficiente chiamare in causa una melodia orecchiabile, o forse parole conosciutissime come bella e ciao, o forse il senso evocativo del contenuto. Resta il fatto che è pur sempre una canzone popolare e cantare una canzone, da che mondo è mondo, non ha mai fatto male a nessuno.

Bella Ciao

«Una mattina mi son svegliato,
oh bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
Una mattina mi son svegliato
e ho trovato l’invasor.

O partigiano, portami via,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
O partigiano, portami via,
ché mi sento di morir.

E se io muoio da partigiano,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E se io muoio da partigiano,
tu mi devi seppellir.

E seppellire lassù in montagna,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E seppellire lassù in montagna
sotto l’ombra di un bel fior.

E le genti che passeranno
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E le genti che passeranno
Ti diranno «Che bel fior!»

«È questo il fiore del partigiano»,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
«È questo il fiore del partigiano
morto per la libertà!»

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