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Senigallia – La differenza la fa il parroco

Dov’è finita la carità cristiana?

Senigallia, 5 settembre 2019 – Una lamella flessibile lunga circa trenta centimetri, alla cui estremità aveva fissato un nastro biadesivo. Il gioco non era poi così difficile anche se richiedeva una certa pazienza e una buona dose di fortuna: infilava la lamella nella fessura della cassetta delle offerte delle chiese – in quest’ultimo caso il Duomo di Senigallia – e cercava di far attaccare le monetine al nastro biadesivo. Se gli andava bene, tirava su qualche spicciolo: 17 euro, nel caso del Duomo.

A chiamare i Carabinieri è stato lo stesso parroco della cattedrale senigalliese. I militari lo hanno colto in flagranza e arrestato per furto aggravato e resistenza a pubblico ufficiale – era recidivo, a marzo era stato denunciato per lo stesso furto nella chiesa della Maddalena – resistenza a pubblico ufficiale perché una volta portato in caserma ha dato in escandescenze ferendo non in modo grave due carabinieri.

Parliamo di un 60enne di Novara senza fissa dimora. Con tutta probabilità, un disgraziato (dalla sorte costantemente avversa, che puoi condannare o commiserare: ce ne sono parecchi oggi, in Italia). O, più semplicemente, un ladruncolo da quattro soldi che usa ogni espediente possibile per sfangare la giornata.

Comunque sia, dove sta la differenza fra il chiedere l’elemosina fuori dal portone di una chiesa e il procurarsi qualche spiccio di nascosto da una cassetta delle offerte all’interno di quella chiesa? La disperazione che spinge al gesto, è la stessa? O nel primo caso la dignità e l’umiltà rendono accettabile ciò che nel secondo è reato? A mio modesto parere, la differenza la fa il parroco. Fermo restando che comunque rubare è un reato.

Don Bosco (foto), nella sua cittadella dei ragazzi, dopo aver sorpreso un giovane a rubare le offerte lo prese da parte, gli diede tutti i pochi spicci che aveva e lo invitò a desinare con gli altri. Il parroco di Senigallia, invece, ha chiamato i Carabinieri. Amen.