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Revenge Porn: c’è la galera fino a sei anni

La Camera vota compatta sulla vendetta pornografica social. Punito anche chi riceve le immagini da terzi e le diffonde

3 aprile 2019 – Intanto, diciamolo subito: la più grossa stupidaggine che la Commissione Giustizia della Camera potesse fare era titolare Revenge Porn l’emendamento che affronta il tema della vendetta pornografica sui social. Questa abitudine di usare titoli inglesi per le norme e le leggi che si varano nel nostro Paese è una vera e propria idiozia. Un escamotage di una bassezza e ignoranza abissale messo in atto dai nostri politici per confondere le acque al popolino e tagliarlo fuori dalla comprensione di ciò che decidono e mettono in atto.

Si credono furbi i nostri politici invece, così facendo, dimostrano di non perdere occasione per dimostrare quanto siamo provinciali e succubi di una globalizzazione che con la politica interna ha poco a che fare. Le leggi italiane le devono capire gli italiani, mica gli inglesi o gli australiani!

Detto questo, torniamo alla vendetta pornografica. L’emendamento è stato votato alla Camera all’unanimità: 461 sì e nessun contrario. Con i deputati di FI e PD talmente esaltati che si sono alzati in piedi per applaudirne l’approvazione: per una volta uniti e compatti di fronte al tema della pornografia… Un risultato contrastato, quello dell’approvazione, che per essere portato a casa ha costretto la Lega a ritirare l’emendamento sulla castrazione chimica per i pedofili.

Ora l’iter passerà al Senato, ma il risultato schiacciante della votazione di ieri fa supporre che non avrà nessun tipo d’intralcio e che si arriverà alla operatività della legge in tempi brevissimi.

Dunque, rivoluzione nel web e sui social come Facebook e Instagram. Chiunque manderà in rete immagini intime o sessualmente esplicite senza il consenso del soggetto ritratto – magari per vendicarsi di un tradimento, o per esaltare le proprie prestazioni sessuali con tizia o caia, o perché è stato lasciato/ta dal partner e mira ad una pubblica vendetta – verrà punito con il carcere da uno a sei anni e con una multa fino a 15mila euro.

Un gran passo avanti che, ci auguriamo, porrà fine ad uno dei peggiori utilizzi dei social. Non va dimenticato che tale pratica, non più tardi di qualche mese fa, ha portato alcune vittime a togliersi la vita per non essere riuscite a superare la pubblica gogna mediatica cui erano state sottoposte.

C’è ancora un passo che andrebbe fatto per rendere i social più sani: vietare la pubblicazione delle foto di neonati e figli minori nelle più svariate occasioni. Nascite, battesimi, compleanni dei fanciulli sono fatti privati, intimi, e tali dovrebbero restare. I genitori intelligenti lo sanno. Pubblicare le foto dei bambini sui social, dal punto di vista di un pedofilo, è come invitare un inguaribile ghiottone di dolci in pasticceria!