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Quant’è difficile parlare di stupefacenti

Le reazioni sconcertanti sui social del soliti leoni da tastiera

11 settembre 2019 – Pubblicare sui social articoli che riguardano lo spaccio e il consumo di sostanze stupefacenti, scatena l’ira, il sarcasmo e la derisione dei tanti leoni da tastiera. In particolare, quando si parla di arresti per il consumo di marijuana, il giornalista viene letteralmente aggredito: “Notiziona!”, “fai ridere!”, “una canna non ha mai fatto male a nessuno!”, “la marijuana non è droga!”, il tenore più blando dei post di chi, evidentemente, deridendo la notizia conferma d’essere un consumatore. E, se non lo è, conferma d’essere un emerito ignorante dal momento che difende qualcosa che non conosce.

Due casi fra i mille che ogni mese vengono segnalati. Pesaro, 3 settembre: una 39enne pesarese va a trovare il fidanzato nel carcere circondariale di quella città e viene trovata in possesso di marijuana nascosta nel reggiseno e nella borsetta. Droga destinata ovviamente al detenuto. In casa, gli agenti della Polizia penitenziaria le trovano una pianta di cannabis. Arrestata per detenzione ai fini di spaccio per aver tentato d’introdurre illecitamente sostane stupefacenti in carcere.

Fermo, 10 settembre: da anni, il figlio di un’anziana invalida minacciava, picchiava con pugni e schiaffi la madre per avere da lei i soldi per acquistare droga. Al punto da mandare l’anziana più volte al pronto soccorso. In un’occasione, l’aveva addirittura sequestrata in casa, chiusa a chiave in una stanza e privata del cellulare affinché non potesse chiedere aiuto. Gli agenti della Questura di Fermo l’hanno rinchiuso in carcere.

Scatenatevi, leoni da tastiera! Nella comunità di recupero per tossicodipendenti di San Patrignano, sono ospitati circa 1.300 ragazzi. Una recente indagine, dove si chiedeva loro come e perché si fossero avvicinati alla droga, il racconto era sempre lo stesso: “Ho iniziato fra amici consumando spinelli alla marijuana, per poi passare alla cocaina, all’eroina, agli acidi e al primo buco…” Milletrecento storie partite tutte da lì, dall’innocuo consumo di spinelli! Milletrecento storie che raccontano, tutte, di una dipendenza che porta distruzione, delinquenza, morte. Con una voglia indicibile di uscire da quel vortice per tornare ad essere una persona normale.

Scatenatevi, leoni da tastiera! Che piaccia o no, la marijuana, in moltissimi casi (non tutti, per fortuna), è la porta d’ingresso verso la distruzione di sé e dei propri cari. Corriere del Conero, nonostante i post di derisione di alcuni lettori (pochi, per fortuna), continuerà a pubblicare certe notizie. Se anche un solo lettore, leggendole, dovesse rinunciare a fare certe esperienze, significherà che ne è valsa la pena.