15 Apr Quando Instagram Whatsapp e Facebook vanno in tilt
È successo ieri per oltre tre ore in Europa Stati Uniti e sud-est asiatico
15 aprile 2019 – È successo ieri, e non è la prima volta. Intorno alle 12, dopo un iniziale rallentamento, hanno smesso di funzionare in gran parte del mondo tutti i principali social. Instagram, Whatsapp e Facebook, secondo il sito Down Detector che monitora le segnalazioni degli utenti nell’intero Pianeta, hanno creato un disservizio localizzato inizialmente tra Stati Uniti ed Europa, per poi concentrarsi nell’EU, Italia compresa, e nel sud-est asiatico, in particolare in Malesia.
Sconosciute le cause del guasto. Facebook ha rilasciato un comunicato striminzito: «Nel corso della giornata, alcune persone potrebbero aver riscontrato problemi di accesso alle app della famiglia Facebook. Ci scusiamo per l’inconveniente». Nient’altro, ma escluderebbero comunque attacchi hacker o interferenze esterne al social.
Non è la prima volta che capita: circa un mese fa gli stessi social avevano creato il disservizio più lungo della storia, andando in tilt per oltre quattordici ore. Un lungo lasso di tempo durante il quale gli utenti sono rimasti offline.
Quattordici ore filate scollegati dai post, dai commenti ai post, da pubblicazioni di foto del proprio gatto o cane o bambino o torta del giorno, dagli sfottò fra amici e dagli insulsi indottrinamenti a chi non la pensa come il ‘postatore’… Quattordici ore condannati forzatamente alla vita reale. Dev’essere stata dura per molti.
Ma i social non sono solo questo, per fortuna. Servono anche per trasmettere notizie serissime in tempo reale. Servono ad informare un’urgenza, a fare richieste di assistenza, a comunicare un pericolo. E in quattordici ore di blackout può succedere di tutto e di più. Sono talmente inseriti nella nostra vita, i social, che ormai non possiamo più farne a meno. Piaccia o non piaccia. Alla stessa stregua del televisore che, quando si rompe (o manca la corrente), ci fa passare serate vuote e ci fa sentire soli e spaesati in casa nostra.
Senza contare che senza Facebook alcuni di voi questo articolo non lo leggerebbero mai.