Argomenti per categorie

Pugnaloni sì, Latini no

Una probabile lettura dell’andamento del voto ad Osimo

11 giugno 2019 – A meno di 48 ore dall’esito del voto osimano al ballottaggio per l’elezione del sindaco, provo a ragionare sulle modalità della vittoria bis di Simone Pugnaloni (PD) su Dino Latini (Patto Sociale 2), quest’ultimo perdente per la seconda volta consecutiva e sempre per una manciata di voti. Ricordo l’esito finale di questa tornata: Pugnaloni, 8.440 voti (50,45%); Latini 8.288 (49,55%).

Intanto, una considerazione sul parterre dei votanti. A Osimo al ballottaggio ha votato il 55% degli aventi diritto, un dato più o meno in linea con quello nazionale. Significa che il 45% dei senza testa non è andato alle urne ad esprimere una preferenza. Significa, in sostanza, che il 45% degli osimani non si è riconosciuto né con l’uno né con l’altro candidato. Significa che circa 15mila osimani hanno lasciato decidere ad altri e che, di conseguenza, hanno accettato supinamente il risultato scaturito dall’urna. Menefreghismo? Protesta? Superficialità? Esito scontato? (Non mi pare, visti i numeri).

Una cosa è certa: gli assenti hanno sempre torto. Chi non è in grado di prendere posizione e/o di esprimerla, non è neppure in grado di commentare un esito che non ha determinato, nel bene o nel male. Si chiama Democrazia, e per essere partecipativa necessita, appunto, della partecipazione diretta di ognuno. Non è vero che chi non si esprime, esprime un dissenso. O meglio, lo esprime per certi versi, ma è un verso che non va da nessuna parte, non cambia le cose, e dunque non serve a nessuno.

Ed è stupido anche asserire “tu non sei il mio sindaco, perché non ho votato”, oppure “tu rappresenti solo la metà della metà degli elettori aventi diritto, sei il sindaco di un quarto dei cittadini”, perché in Democrazia vince chi ha un voto in più, e finché non si capisce questo significa che non si è capito nulla della propria valenza sociale. Non votando, che piaccia o no, ci si preclude ogni diritto, senza contare che è un dovere civico esprimere il voto e decidere. Se non per altro, almeno per rispetto nei confronti di quei milioni di morti che hanno dato la vita per darcelo questo dovere/diritto.

Non entro nel merito delle personali capacità dei due contendenti, o delle liste più o meno camuffate che li hanno sostenuti, o degli ‘inciuci’ sbandierati sui social. A che serve? Le critiche e gli osanna stanno a zero. Ha vinto Pugnaloni, e Pugnaloni rigovernerà Osimo nei prossimi cinque anni. Chi non voleva questo sarebbe dovuto andare alle urne ma non lo ha fatto. Certo, al posto di Latini sarei incavolato come una iena, gli sarebbe bastato convincere 90 elettori in più per sovvertire il risultato. Due sconfitte di seguito, messe insieme per una manciata di voti bruciano parecchio. Forse, gli saranno sufficienti per capire che l’aggressività e l’attacco sistematico dell’avversario in campagna elettorale non pagano.

È morto il re, viva il re! Un’altra cosa è certa: per come è messa la città e grazie al secondo mandato, Pugnaloni ha davanti a sé un gran lavoro da svolgere e sarà proprio questo a fare di lui un mediocre o un vincente. Ora, dipende tutto da lui!