Argomenti per categorie

Primo Maggio, lavorare per morire

Una Festa dei Lavoratori con il lutto al braccio

Camerano, 1° maggio 2022- Ritorna in presenza anche la Festa dei Lavoratori, gravata da una pandemia che persiste nonostante – da oggi – sia stata decretata la fine del Greenpass e delle mascherine; e da una guerra che non ci appartiene ma che con qualche ipocrisia di troppo combattiamo e subiamo comunque.

Mi scoccia assai citarmi addosso, anche perché significa che quel che condannavo al tempo non è affatto mutato, ma tant’è. A proposito del Primo Maggio, dei lavoratori e dei sindacati, nel 2014 scrivevo:

«Quello che più mi disturba, oltretutto, è che i sindacati continuino imperterriti a organizzare il concertone in Piazza S. Giovanni a Roma… quello sì che sono bravi a organizzarlo! Ma ‘suona’ come l’ennesima beffa da parte di chi dovrebbe lottare in prima linea per assicurare un lavoro a tutti. E sai quanti saranno oggi i disoccupati che balleranno in Piazza S. Giovanni? Parecchi! Ma il giorno successivo sarà uguale al giorno prima.

Se solo avessero il coraggio di usare la stessa energia e lo stesso spirito d’aggregazione per cambiare questa davvero poco incisiva classe dirigente, sia politica sia sindacale… Dov’è l’uomo di un tempo, quello capace di dare la vita per un ideale, o di spenderla tutta per inseguire un sogno di libertà, di dignità e di rispetto?»

Sono passati otto anni da questa riflessione che purtroppo è ancora attualissima. Come scrissi allora, “Che ci sia una celebrazione del lavoro e dei lavoratori, va benissimo. Sacrosanto! Ma non con milioni di disoccupati alle spalle e davanti a noi. Dare loro un sussidio, un aiutino, un reddito mensile di Stato oggi è una necessità. Lo fanno tutti gli Stati occidentali. Ma non è da lì che passano la dignità e il rispetto di un lavoratore, condizioni raggiungibili davvero solo attraverso un posto di lavoro a tempo indeterminato e pagato il giusto.

Quegli operai delle lotte sindacali degli anni ’50, ’60 ’70 e ‘80, e quei sindacati, che in parte ho vissuto in prima persona, oggi non esistono più. Al loro posto c’è gente impaurita e rassegnata, o capi confederati che più che alla lotta di classe pensano alla loro liquidazione miliardaria”.

Vivere per lavorare o lavorare per vivere? In questo 2022 sarebbe più corretto scrivere “lavorare per morire”: da gennaio ad oggi sono oltre 400 le vittime sul lavoro (dato Inps che comprende anche quelle morti di lavoratori non iscritti all’Istituto e dunque non rientranti nella statistica ufficiale), ma sarebbero di più se si conteggiassero anche le morti dei lavoratori in itinere, quelle cioè di chi ha perso la vita in un incidente stradale mentre si recava sul posto di lavoro o tornava a casa dopo un turno faticoso se non massacrante.

Ecco, per me il Primo Maggio è questo, non quello di Piazza San Giovanni a Roma. E sia chiaro, non ce l’ho con gli artisti che si esibiranno sul palco, o con i lavoratori che canteranno con loro sotto il palco, alla loro resistenza farei un monumento. Quel che mi è difficile accettare è questo status quo fatto di “chiacchiere e distintivo”. Chiacchiere di denuncia che non risolvono e distintivo che eleva e divide in buoni e cattivi, in ricchi e poveri dove a morire sono sempre e solo i poveri.

Buon Primo Maggio a tutti quei lavoratori a tempo determinato, a chiamata, precari, sottopagati, non di ruolo, stagionali. Buon Primo Maggio agli schiavi extracomunitari che raccolgono pomidoro. Buon Primo Maggio a chi un lavoro non ce l’ha e a chi un lavoro serio e dignitoso non glielo dà.

© riproduzione riservata

Tags: