09 Lug “Perché tu sei mia!”
I meccanismi mentali malati dei mariti violenti
9 luglio 2019 – C’è da rabbrividire a leggere i resoconti di Carabinieri e Polizia su ex mariti violenti che vengono lascati dalle mogli e che poi per vendicarsi dell’ ”affronto” subito, vanno a cercare la ex per punirla, picchiarla, se non addirittura eliminarla.
Piani messi insieme con un’audacia da delinquente incallito, azioni mirate e precise che tendono a fare male, tanto male, degne di un film di genere: “Entra di notte nel garage dell’abitazione dell’ex moglie, stacca la luce dell’appartamento, forza la porta di ingresso con un cacciavite ed aggredisce con un tondino di ferro la donna e il nuovo compagno”.
Non è la sceneggiatura di un thriller, ma quanto accaduto qualche giorno fa a Cantiano (Pesaro Urbino), dove i Carabinieri hanno arrestato un 45enne per atti persecutori, lesioni personali e violazione di domicilio, eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Urbino. Le vittime, picchiate a sangue, hanno riportato ferite e lacerazioni guaribili in trenta giorni.
Non è affatto da escludere l’ipotesi, se la donna fosse stata sola in casa, che ci saremmo potuti trovare di fronte all’ennesimo femminicidio. E star qui a disquisire del perché e del per come, non sposta le cose. Resta la ormai conclamata incapacità di alcuni individui ad accettare che una donna, la propria donna, possa dire basta al rapporto, lo voglia chiudere e voglia riappropriarsi della libertà. Magari con qualcun altro. Individui che considerano la donna una proprietà, una esclusiva. E quando l’esclusiva viene meno, ecco che scoppia la follia: botte, minacce, ricatti, stalking, fino ad arrivare, appunto al femminicidio.
L’assunto: “perché tu sei mia” (e io posso fare di te ciò che voglio, oppure, piuttosto che vederti con un altro ti ammazzo), racchiude in sé qualcosa di primordiale, comportamenti da cavernicoli risalenti a due milioni di anni fa. L’uomo e la donna non si appartengono nel senso del possesso fisico, si appartengono perché innamorati, perché condividono un progetto o un interesse. Quasi sempre arrivano ad essere un tutt’uno, una cosa sola, nell’atto fisico dell’amore. Ma questo non significa che un uomo sia libero di disporre come meglio crede della propria compagna quando diventa una ex. Non è certo ammazzandola o coprendola di acido che tu, ex marito o ex compagno rifiutato, riacquisti quel senso dell’onore e quella mascolinità frustrata. Un comportamento, fra l’altro, che oltre a far danni enormi spesso ti porta pure in galera!