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VERSO UN MONDO SENZA INSETTI

5 marzo 2019 – Gli insetti potrebbero scomparire dal pianeta. Sembrerebbe una buona notizia e invece non lo è affatto: quei fastidiosi animaletti che punzecchiano o che ronzano dispettosi sono in via d’estinzione minacciando “un catastrofico collasso degli ecosistemi della natura”.

Ad affermarlo è una ricerca pubblicata sulla rivista Biological Conservation. Più del 40% delle specie di insetti nel mondo rischia di estinguersi nelle prossime decadi. La riduzione viaggia al ritmo del 2,5% all’anno, secondo le stime più ottimistiche. Il calo è otto volte più veloce di quello di mammiferi, uccelli e rettili.

Quante volte, ognuno di noi, ha sistematicamente mandato al diavolo, schiacciato, sbattuto fuori casa o avvelenato tutta una serie d’insetti fastidiosi: mosche, zanzare, farfalle, formiche, cimici, blatte, pappataci, solo per citarne alcuni. Senza minimamente pensare o rendersi conto che, nonostante il fastidio o il ribrezzo che possono produrre, hanno un senso e un posto preciso assegnatogli da madre natura nell’ecosistema che equilibra il pianeta.

Ogni insetto va inteso come un mattoncino prezioso ed essenziale nella catena alimentare che permette il funzionamento e lo sviluppo del nostro ecosistema. Un biosistema complesso, ma regolato alla perfezione, che parte dai microorganismi fino a raggiungere quelli di grandi dimensioni attraverso una scala fatta di gradini complementari ed essenziali uno all’altro. Togli qualche mattoncino, elimina qualche gradino, e l’equilibrio perfetto di un ecosistema va in crisi.

Per quanto fastidiose siano, le zanzare hanno un senso per gli uccelli. Così come le farfalle per l’impollinazione dei fiori. Senza dimenticare le api, le vespe e i calabroni, nonostante la loro pericolosità per l’uomo. E se un ecosistema va in crisi, ci va tutta la natura. Uomo compreso.

Pensiamoci, la prossima volta che ci verrà in mente di schiacciare qualcosa che punzecchia o ronza. Tenendo conto, per colmo d’ironia, che in alcuni Paesi gli insetti sono persino una leccornia.