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Una striscia quotidiana di riflessione

 

UCCIDERE PER SOFFERENZA                                                                                                 (L’esasperazione dell’ l’Alzheimer)

15 febbraio 2019 – Esistono limiti oltre i quali certi uomini non riescono più a sopportare. Quelli alla sofferenza. A volte la propria, altre quella altrui, quella di chi gli sta vicino.

Esistono malattie neurodegenerative che quando ti colpiscono sono in grado di annientarti non solo nel fisico, ma pure nell’anima e nella mente. Malattie che lasciano l’involucro più o meno sano, ma che nella mente producono lesioni così profonde da ridurre il malato ad un non stato. Malattie che oltre a toglierti la memoria e il controllo di ciò che ti sta intorno, ti spogliano della tua dignità di essere umano.

In una simile condizione il malato non soffre più di tanto: non ha più memoria per rendersene conto e, se ce l’ha, un attimo dopo l’ha già dimenticato. Chi soffre, e parecchio, sono le persone che gli stanno accanto, incapaci di accettare quella degenerazione, quella trasformazione, quella perdita di dignità e di scopo.

Una di queste malattie si chiama Alzheimer, e solo chi ha avuto in casa una persona affetta da questo male sa di cosa si sta parlando. Mio padre aveva l’Alzheimer. Ricordo che mia madre non riusciva a capire quella malattia così subdola ma, soprattutto, non riusciva ad accettarla. Lo andavo a trovare, prendevo il caffè con lui, parlavamo del più e del meno per un’oretta fumando una sigaretta, poi lui mi accompagnava alla porta e salutandoci mi diceva: “torna presto a trovarmi”. E, abbassando il tono della voce, aggiungeva: “Scusa, ma te chi sei, come te chiami che non me ricordo”.

Ecco perché capisco e condivido la decisione del nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha firmato tre decreti di concessione della grazia in favore, rispettivamente, di Franco Antonio Dri, nato nel 1941, di Giancarlo Vergelli, nato nel 1931, e di Vitangelo Bini, nato nel 1930. Tutti e tre in galera per aver ucciso i propri cari.

Franco Antonio Dri, per aver ucciso il figlio 47enne tossicodipendente; Giancarlo Vergelli e Vitangelo Bini per aver posto fine alla vita delle rispettive mogli entrambe malate di Alzheimer. Tutti e tre, all’atto dell’arresto, avevano dato la stessa motivazione: “Non ce la facevo più a vedere e sopportare quello stato!

Esistono limiti oltre i quali certi uomini non riescono più a sopportare.