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Pane burro & marmellata

Una striscia quotidiana di riflessione

GLI ORCHI CATTIVI ESISTONO!

31 gennaio 2019 – L’asilo che ho frequentato, in un piccolo paesino della provincia di Torino, era gestito dalle suore. La regola era questa: si lavorava in classe tutti insieme a disegnare aste, quadrati e triangoli da colorare, sulle pagine di un quaderno a quadretti con la copertina nera e lucida. Tot pagine da riempire in tot tempo, scaduto il quale si andava in un’altra stanza a giocare con palline colorate ricavate dalla carta stagnola.

Un giorno, distratto e svogliato, non riuscii a terminare il lavoro nel tempo stabilito, richiamato più volte dalla suora che aveva colto  la mia indolenza. Quando gli altri si alzarono per andare a giocare, anch’io misi il quaderno nero sotto il banco e mi alzai per fare altrettanto. Ma la suorina mi bloccò. Controllò il mio quaderno, vide il lavoro non terminato e con tono sereno ma deciso mi disse: «No, tu non vai di là con gli altri, resti qui e termini il compito».

Non ricordo quanto tempo rimasi lì da solo in classe (c’era pure la suorina), a rimuginare sulle ingiustizie del mondo mentre dall’altra stanza mi arrivavano alle orecchie le risate dei miei compagni. Sta di fatto che alla fine terminai il lavoro con gran pena e la suorina mi dette finalmente il permesso di raggiungere gli altri.

Una lezione sull’impegno, sui doveri e sui ruoli da rispettare, che mi venne impartita senza la minima violenza. Che mi fece crescere davvero, e che ho portato dentro di me per tutta la vita.

Sono cambiati i tempi. Ci siamo evoluti. Oggi, negli asili, i bambini vengono vessati, picchiati, puniti fisicamente e verbalmente, maltrattati duramente dalle loro maestre per il semplice fatto d’essere bambini. Torino, Roma, Cassino, Isernia, Parma, Sassari, i teatri delle nefandezze compiute sui fanciulli negli asili solo negli ultimi mesi.

Solo chi ha figli può capire il grado di esasperazione che a volte questi frugoletti sono capaci di generare in chi li assiste e li cresce. E una sculacciata sul sedere, all’apice della rabbia e nei tempi giusti, ci può anche stare. Ma da parte di un genitore, non certo da parte di chi ha scelto come lavoro quello dell’educatrice in un asilo. La cui violenza e sopraffazione non farà che produrre individui insicuri, rabbiosi e violenti che, una volta adulti, si trasformeranno in pessimi genitori.