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LO SCARICA BARILE DELLA SEA WATCH 3

29 gennaio 2019 – Sembra non avere fine l’odissea della Sea Watch 3, la ong battente bandiera olandese ormeggiata al largo di Siracusa con a bordo 47 migranti. È di ieri la decisione della Capitaneria di Porto di interdire la navigazione nello specchio d’acqua all’interno della baia di Santa Panagia dove è ormeggiata la barca: “per problemi di ordine e sanità pubblica”.

– Palazzo Chigi conferma il comportamento temerario della Sea Watch che, in condizioni di mare mosso , anziché riparare nella vicina costa tunisina distante 40 miglia, ha preferito avventurarsi in una traversata di centinaia di miglia facendo rotta verso l’Italia mettendo così a rischio l’integrità dei migranti a bordo.

– Alcuni parlamentari del centro-sinistra sono saliti a bordo per un’ispezione sullo stato di salute dei migranti chiedendone lo sbarco immediato, venendo così meno alle disposizioni impartite dal Ministero dell’Interno.

– Il Garante per l’infanzia di Siracusa ha presentato al Tribunale dei minorenni di Catania un ricorso d’urgenza per lo sbarco immediato dei 13 minori a bordo. Giustificando la richiesta con i maltrattamenti e le torture subite dai ragazzi in Libia.

– L’Olanda (la Sea Watch è territorio olandese, ndr), ha respinto la richiesta italiana di accogliere i 47 migranti. Il ministro della Giustizia olandese dice che “occorre distinguere tra chi ha veramente bisogno di asilo dai migranti economici. Chi non ha diritto alla protezione deve essere rimandato al luogo di partenza”.

– Il vice premier Di Maio si dice “pronto a un incidente diplomatico con l’Olanda” se questa non se li prende in carico. L’Unione europea deve ridistribuire i 47 migranti in vari Paesi: “è tempo che rialziamo la testa e ci facciamo sentire”.

C’è tanta, troppa ipocrisia intorno a questa vicenda della Sea Watch: da parte della stessa ong, dell’Olanda e degli altri Paesi UE; da parte dei parlamentari del centrosinistra e del centrodestra italiani che sfruttano politicamente l’occasione per far casino senza risolvere il problema alla radice. A salvarsi sono gli italiani, la gente comune che ipocrita non è, e che è pronta a dare una mano a questi migranti senza se e senza ma… Per loro sarà anche un rischio, forse non sarà giusto accogliere gente che finirà per essere sfruttata e a vivere nelle baracche, ma la dignità di un individuo, per loro, non si misura con il colore della pelle o con la sua condizione di profugo. Se questo è un uomo, scriveva Primo Levi…