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VIVERE SENZA MAFIA SI PUÒ

25 gennaio 2019 – Il suo nome non è importante. Importanti sono le sue scelte di vita ma, per comodità, lo chiamerò Franco. Siciliano verace, Franco guida i treni di FS da una vita, gestisce un paio di lavanderie a gettone e, ogni tanto, strimpella la chitarra. Ed è bravo con il giro di do e gli altri accordi, una passione di sempre che avrebbe voluto trasformare in lavoro ma che negli anni ha dovuto relegare alla voce: hobby.

Franco oggi, conduce i treni. Una vita fa frequentava le scuole a Palermo dove ha fatto tutta la trafila: elementari, medie, superiori, fino al diploma. Il suo compagno di banco, sempre lo stesso, era il primogenito di una famiglia mafiosa. E questo significava che il padre del suo amico compagno di banco era un boss potente e rispettato.

Per tutto il periodo degli studi a Palermo, Franco ha regolarmente frequentato la casa e la famiglia del suo compagno di banco, che era anche il suo miglior amico, il suo compagno di giochi e la sua spalla nelle esibizioni musicali. Insomma, erano ‘amici per la pelle’. Un’amicizia coccolata e ben vista dal boss potente e rispettato.

Compiuti i 18 anni, Franco è stato convocato a casa dell’amico. Il padre boss lo ha guardato negli occhi e, in modo scontato, gli ha comunicato che era arrivato il momento di fare la scelta: “Sei di famiglia da sempre – gli aveva detto guardandolo fisso negli occhi – e sei anche uomo, ormai. È tempo che ti prendi le tue responsabilità. La Famiglia ha bisogno di te”. È così che funziona a Palermo.

Franco ci ha pensato su una notte intera. Una notte insonne: o di qua, o di là.  È così che funziona a Palermo. Il mattino seguente, Franco ha preso su la chitarra, ha fatto la valigia e ha preso un treno per Torino. Perché se scegli di stare “di là”, fuori dall’organizzazione della Famiglia, devi allontanarti da lei il più possibile.

È passata una vita da quella scelta e, per una vita, Franco ha guidato treni e strimpellato la chitarra ogni tanto. A Palermo non è mai tornato e non ha più rivisto il suo compagno di banco. Oggi è sereno, ha viaggiato per milioni di chilometri, ha scritto un sacco di canzoni e ha tanti amici. Quest’anno, Franco andrà in pensione. L’ho conosciuto a Torino tanti anni fa, e posso dire che è davvero una bella persona.