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Pane burro & marmellata

Una striscia quotidiana di riflessione

‘BENE PUBBLICO O RICCHEZZA PRIVATA’

23 gennaio 2019 – Il 5% più ricco degli italiani è titolare, da solo, della stessa quota di ricchezza posseduta dal 90% più povero. Dice questo il rapporto Oxfam ‘Bene pubblico o ricchezza privata’ calcolato sui dati relativi alla metà del 2018 e diffuso alla vigilia del meeting di Davos.

Allargando le percentuali di popolazione considerate, per Oxfam il 20% più ricco possiede il 72% del patrimonio totale; il 60% più povero ha il 12,4% della ricchezza nazionale.

Ora, detto per inciso che nessuno ce l’ha con i ricchi che sono essenziali per creare lavoro sviluppo e innovazione, quel che salta agli occhi è lo squilibrio fra le parti. Una forbice, quella fra ricchezza e povertà, che non è affatto bilanciata rispetto agli anni in cui si viveva fuori dal mercato globale e dalla recessione. Ancor più preoccupante se si considera che nell’ultimo decennio, quello della crisi per intenderci, i più ricchi hanno raddoppiato la propria ricchezza mentre i più poveri sono quintuplicati.

Dati preoccupanti che, per similitudine, mi fanno venire in mente l’andazzo che si è sempre verificato in tempo di guerra, dove i furbi e gli scaltri si arricchivano sfruttando il momento e le occasioni offerte dai conflitti mondiali. Mentre la povera gente pativa seriamente la fame e spesso ci lasciava la pelle.

Corsi e ricorsi storici con identico finale.

Jeff Bezos, fondatore di Amazon, è l’uomo più ricco del mondo con ben 112 miliardi di dollari netti. Accumulati, lo sanno tutti, sfruttando al limite della decenza i propri dipendenti quasi tutti precari. 112 miliardi di patrimonio sono davvero un sacco di soldi. Che ci farà? C’è un passo della canzone ‘Stranamore (pure questo è amore)’ di Roberto Vecchioni che recita: “… ed il più grande conquistò nazione dopo nazione/e quando fu di fronte al mare si sentì un coglione/perché più in là non si poteva conquistare niente…