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Marche – I furbetti delle imbarcazioni da diporto

La GdF di Ancona ne ha scovate sessantuno non denunciate nei porti marchigiani

Marche, 30 novembre 2019 – Se acquisti un’auto, una casa o un qualsiasi bene di un certo valore, quel bene viene registrato e su di esso paghi una tassa. Giusta o ingiusta, piccola o grande che sia. Perché lo Stato, sottoforma di Agenzia delle Entrate, non perde la minima occasione per fare cassa e spesso le occasioni se le va a cercare anche là dove non dovrebbe.

Le tasse vanno pagate, perché garantiscono il funzionamento del sistema sociale. Grazie ad esse, abbiamo quel sistema sanitario nazionale e sprecone che molti c’invidiano; paghiamo gli stipendi bassissimi di Carabinieri, Polizia e Vigili del fuoco; asfaltiamo le strade piene di buche; abbiamo costruito case popolari che oggi vengono occupate abusivamente; garantiamo la percorribilità su una rete autostradale dove crollano i ponti; assicuriamo stipendi sproporzionati a funzionari e politici… e l’elenco potrebbe continuare.

Perché un conto è pagarle, le tasse, un altro come vengono impiegati i denari incassati. Così, visto il pessimo modo d’impiegare i soldi da parte dello Stato, c’è sempre più gente che arriva alla conclusione che almeno là dove si può se si riesce a non pagarle va bene lo stesso. Anzi, è meglio, perché in alcuni settori sono davvero spropositate. Così, tutti a darsi da fare con astuzia per trovare l’escamotage, il trucco, il sottefurgio che permetta di evitare i balzelli statali. Ma per lo Stato l’escamotage di turno è comunque una truffa, e se vieni beccato le tasse evase te le fa pagare con l’aggiunta di multe e sanzioni. Perché le tasse vanno comunque pagate.

Nel mondo della nautica, quello ricco per definizione, l’escamotage più diffuso per non pagare le tasse è quello di immatricolare all’estero le imbarcazioni da diporto (foto), anche se i proprietari sono soggetti fiscalmente residenti in Italia. È di oggi la notizia che il Reparto aeronavale della Guardia di Finanza di Ancona ha scovato 61 imbarcazioni di pregio non denunciate al fisco, per un valore totale di 7 milioni di euro. Ai furbetti proprietari, la GdF dorica ha inflitto sanzioni per oltre un milione di euro. E quel che stupisce è che gran parte dell’importo sanzionatorio è già stato recuperato.

La domanda sorge spontanea: se nei porti marchigiani la GdF ha recuperato oltre un milione di euro di tasse non pagate sulle imbarcazioni da diporto di pregio, quanto potrebbe recuperare nei porti di regioni che per definizione sono molti più ricchi e frequentati di quelli marchigiani? Fatto il conto della serva, parecchie decine di milioni di euro. Che servirebbero a riempire qualche buca, tenere in piedi qualche ponte, aumentare lo stipendio dei pompieri e aggiungere qualche posto letto in ospedale. Sempreché, una volta incassati, lì vadano a finire.