09 Gen Libri: gli italiani non leggono più
Livello culturale ai minimi anche grazie ai Grandi Editori. Resistono le librerie di Castelfidardo e Osimo
Camerano, 9 gennaio 2020 – Per uno come il sottoscritto che di mestiere fa il giornalista e qualche libro l’ha pubblicato, prendere atto della profonda crisi dell’editoria e delle librerie che da anni si registra in Italia produce un dolore indicibile. Un senso di rabbia e d’impotenza che monta ogni giorno di più di fronte all’imbarbarimento di un popolo che della Cultura del leggere e dello scrivere si dovrebbe invece fare vanto, vista la storia e le firme che l’hanno costellata.
Gli italiani non leggono più (ma non l’hanno mai fatto in maniera accettabile rispetto ad altri popoli europei); le librerie si svuotano e arrivano a chiudere i battenti in maniera ormai preoccupante. E irreversibile. Anche quelle importanti e storiche. Si stima che dal 2010 a oggi in Italia abbiano chiuso circa 600 librerie fra piccole e medie. Una vera ecatombe se si considera che l’Italia conta 102 provincie e 7.900 comuni, compresi quelli che contano qualche centinaia di anime. (foto da l’ultimaribattuta.it)
All’ombra del Monte Conero, giusto per parlare del nostro territorio, resistono pochissime librerie indipendenti che oserei definire eroiche: una a Castelfidardo (18.500 abitanti), una a Osimo (34.800 abitanti), due o tre ad Ancona (101.000 abitanti); il resto, che comunque si contano sulle dita di una mano (e le dita avanzano), appartengono alla filiera dei Grandi Editori: Mondadori, Feltrinelli ecc.
Perché gli italiani non leggono? Perché siamo un popolo d’ignoranti, verrebbe da rispondere, e in larga parte è vero: basta rendersi conto del livello culturale di gran parte della nostra gioventù; ma pure dei loro genitori, della scuola, dei nostri politici, della televisione di Stato. Da noi manca la cultura del leggere per conoscere e per approfondire, del leggere per allargare i propri orizzonti, per sapersi muovere in un mondo sempre più complicato, per elevarsi, convinti come siamo d’essere già nati imparati.
Perché chiudono le librerie? Per mancanza di clienti, verrebbe da rispondere, è ovvio. E non è vero che l’avvento di Internet le abbia ammazzate, anche se Amazon & c. hanno la loro parte di colpa (specialmente da quando, oltre agli e-book, si sono messi a vendere pure il cartaceo).
La vera colpa (come spiegato da Paolo Nicoletti Altimari della libreria Koob di Roma, intervistato da Tiziana Zita per Cronache Letterarie), è da attribuire a chi gestisce la distribuzione dei titoli editati ogni anno (circa 60mila), colossi cioè quali Mondadori, Einaudi e Rizzoli che si distribuiscono da soli e il gruppo Feltrinelli-Messaggerie che ha in mano tutto il resto del mercato. Gente che ricatta le librerie indipendenti imponendo loro titoli e prezzi. Cosicché, un libro va venduto in fretta, sta sugli scaffali meno di due mesi, e una piccola libreria non ce la fa a sostenere certi ritmi e certi costi. Tanto, che alla lunga chiude.
“Un popolo che non sa né leggere né scrivere, è un popolo facile da ingannare” ha detto
Che Guevara. Racchiudendo in dieci parole il nostro stato attuale, il nostro destino e il futuro che verrà.