Argomenti per categorie

La legalità dei negozi di cannabis light

Nelle Marche il questore di Macerata ne fa chiudere due

10 maggio 2019 – Alta tensione tra Lega e M5S sui negozi di cannabis light. Salvini si dice soddisfatto per i tre shop chiusi nelle Marche e vara una direttiva per la stretta del settore: «Non voglio uno Stato spacciatore – ha dichiarato davanti ad uno dei due cannabis shop di Civitanova Marche chiusi dal questore di Macerata, PignataroQuesti negozi rischiano di rovinare future generazioni».

Di rimando Di Maio: «Nella Lega ora arrivano a inventarsi che siamo a favore della droga, folle solo pensarlo. Dispiace si arrivi a ciò pur di racimolare qualche voto in più. Salvini pensi piuttosto a chiudere le piazze di spaccio di camorra e mafia».

Il questore di Macerata Antonio Pignataro da mesi conduce una personale battaglia contro i negozi che vendono cannabis light. In passato, in un paio di occasioni, aveva già ordinato la loro chiusura ma le sue ordinanze erano state regolarmente bocciate dalla magistratura. Le chiusure dei giorni scorsi che ha nuovamente ordinato a Civitanova Marche, erano state precedute dal sequestro di 25 prodotti a base di cannabis che, secondo il questore, superavano la quantità massima di principio attivo THC consentita dalla legge: 0,5 per cento.

L’ultima battaglia di Pignataro è destinata a un nuovo fallimento, per il semplice fatto che a regolamentare l’apertura dei cannabis shop c’è una legge precisa varata ad hoc: se i commercianti rispettano i contenuti della legge non possono essere perseguiti né, tantomeno, devono chiudere solo perché un questore la pensa diversamente.

Berlusconi lo ha chiarito e spiegato molto bene ieri sera a Porta a Porta, sollecitato da una precisa domanda di Bruno Vespa. «Quei negozi sono stati aperti nella legalità e nel rispetto di una legge precisa emanata dallo Stato. Se oggi li vuoi chiudere, devi rifare la legge. Ma non solo, devi anche trovare il modo di risarcire i proprietari delle spese sostenute per le aperture e del danno economico che deriverebbe loro dalla chiusura imposta».

Come a dire, lascia le cose come stanno che è meglio per tutti. Quel che infastidisce, al di là di come la si pensi, è il fatto che questo Stato indeciso e poco chiaro sulle posizioni da prendere in merito alla legalità o meno della marijuana, spende un sacco di soldi pubblici per affrontare le dirette conseguenze delle sue indecisioni.

Sono andato a curiosare fuori dalle vetrine di alcuni negozi di cannabis light di Ancona. Davanti all’ingresso c’erano ragazzi fricchettoni che fumavano marijuana leggera, non so se sopra o sotto il principio attivo THC dello 0,5 per cento. Una visione e uno spettacolo che non mi è piaciuto. Così come i loro discorsi. Ma si sa, sono un vecchio cronista che mal si adatta all’evoluzione dei costumi delle nuove generazioni. La vivo più come un’involuzione della specie, come un rincoglionimento generale, ma chi sono io di fronte al libero arbitrio?