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I bla bla bla senza costrutto del Premier Conte

Le sue sterili promesse ormai hanno stufato tutti

4 giugno 2020 – La sensazione che il premier Conte (foto) sia in grande difficoltà, è scaturita in modo palese durante la sua ultima apparizione in Tv di ieri. Ormai, per i più, compresa Confindustria e una gran parte del popolo produttivo italiano, le sue continue promesse di aiuti in denaro elargiti a destra e a manca (e arrivati a pochissimi e in grave ritardo), si sono ridotte a sterili bla bla bla penosi che hanno finito per irritare un po’ tutti.

La percezione che il suo Governo double-face sia vicino al capolinea è forte. E più Giuseppi s’insinua nelle case degli italiani imponendo loro il suo stucchevole faccione dalla Tv, e le sue ricette anticrisi inconsistenti, la voglia di nuove elezioni che lo mandino a casa una volta per tutte cresce a dismisura. Anche oggi, Armando Ginesi ne fa un quadro ironico che, a pensarci bene, non è poi così lontano dalla realtà. Scrive Ginesi:

Accidenti a me e a quando ho scritto e detto (l’ho fatto spesso) che in Italia non si pensa più al passato (di cui s’è persa la memoria), non ci si preoccupa di progettare il futuro, ma si vive egoisticamente, edonisticamente e scioccamente, soltanto il presente, attratti dalla seduzione statica (movida a parte) dell’hic et nunc.

E sì, perché ieri ho sentito alla Tv il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte (o Giuseppi, nella versione americana trumpiana) parlare quasi sempre usando il tempo futuro: “faremo, lavoreremo, progetteremo, analizzeremo, decideremo, istituiremo un tavolo, coinvolgeremo, presenteremo”.

Per la verità un paio di volte è ricorso al presente: “ci stiamo lavorando, stiamo studiando…”. Una volta si è anche riferito al passato (allora abbiamo speranza che la memoria storica non sia andata perduta del tutto): “ringraziamo quello che i ministri di Maio, Franceschini, Amendola e Speranza hanno fatto a livello diplomatico”, seguito da un recupero del futuro di previsione: “e continueranno a fare”.

Bene, Presidente, mi fa molto piacere. Speriamo che si vada avanti con i progetti che poi, auguriamocelo, siano destinati a diventare realtà (a farsi cioè presente) quanto prima.
Poi, chissà perché, forse per via che di questi tempi l’ho visto e sentito parlare spesso il Presidente sugli schermi televisivi, mi è venuto in mente che gli uomini politici italiani dalla “sindrome del balcone” non guariscono mai. Certo cambiano i tempi, la tecnologia evolve e inventa strumenti nuovi. Ieri c’era il balcone di Palazzo Venezia, oggi c’è la Rai-Tv , meglio se a reti unificate o le grandi reti unificate. Perché in mancanza dell’emittente pubblica vanno bene pure i salotti di Mara Venier, Barbara d’Urso, Bruno Vespa, Lilli Gruber e, perché no?, Maria de Filippi
”.

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