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Drusilla Foer: “un Papa donna, bagni unisex, più teatri”

L’innegabile successo artistico degli uomini che si travestono da donna

Camerano, 24 agosto 2022 – “Sogno un papa donna, i bagni senza distinzione di sesso, i piccoli teatri al posto di H&M”. È una dichiarazione fatta da Drusilla Foer (foto), qualche giorno fa ad huffingtonpost.it che ha titolato così un’intervista all’ultima conduttrice de l’Almanacco del Giorno Dopo, il programma in onda su Rai 2.

Riprendo la dichiarazione perché sui social è stata amplificata e commentata parecchio, e perché mi stuzzica l’argomento e chi l’ha sollevato. Anche se non interessa a nessuno (ne dubito), dico sinteticamente la mia. Un Papa donna non sarà mai possibile cara Drusilla: il Papa rappresenta Dio in terra e tutte le Sacre scritture parlano di Lui (e Gesù Cristo), al maschile. Le Sacre scritture non sono una sceneggiatura teatrale modificabile a piacimento invertendo i ruoli dei protagonisti con un coup de théâtre, così come tu sei stata indotta a fare.

Neppure i bagni unisex sono a mio avviso un’idea praticabile, e non sono né classista né sessista. Sono pratico. Al di là del discorso pannolini (smaltimento), asse del water (pochi casi in quelli pubblici che ne sono mediamente sprovvisti), c’è una mera questione di privacy che va rispettata. Non è bello per una signora rifarsi il trucco in un luogo dove gli uomini vanno e vengono a loro piacimento. Così come sarebbero impossibili tutti quei pettegolezzi fra donne tipici di questi luoghi. Senza dimenticare, per come sono fatti i “sapiens”, che i bagni unisex nel breve periodo diventerebbero scomode alcove con risvolti inimmaginabili e, in alcuni casi neppure tanto estremi, violenti.

Sui teatri al posto di qualche spaccio della catena svedese d’abbigliamento H&M, invece, sono d’accordo. Sarà che un po’ li ho praticati, i teatri, sarà che lì si esercita qualcosa di ormai desueto che passa sotto il nome di cultura, sarà che quel genere d’abbigliamento pur se necessario non mi piace, sta di fatto che lo slogan “più teatri meno boutique popolari d’abbigliamento di serie” m’intriga assai.

Così come m’intriga l’attore fiorentino Gianluca Gori, che s’è dovuto inventare il personaggio di Drusilla Foer per avere più sbocchi lavorativi e visibilità. Un percorso artistico, un coup de théâtre come detto, già praticato nel cinema (MrsDoubtfire – Mammo per sempre, 1993, diretto da Chris Columbus con Robin Williams), o in televisione con Mauro Coruzzi che s’è presentato al grande pubblico con la provocazione di successo del personaggio Platinette.

Insomma, gli uomini sono più bravi artisticamente quando fanno le donne? Sembrerebbe di sì visti certi esempi, anche perché le poche volte che è successo il contrario le donne non ce l’hanno fatta quasi mai ad avere successo nelle spoglie di un uomo. Mi viene in mente Marlene Dietrich, ma quelli erano altri tempi e la sua è davvero un’altra storia (inizio Novecento).

Tornando a Drusilla/Gianluca, condannata ad essere donna intelligente e raffinata “pe poté magnà”, come direbbero in uno dei quartieri popolari de Roma, non sarebbe male se Gianluca riprendesse il sopravvento sulla nobildonna che, pur non essendo registrata all’anagrafe, dispensa idee e consigli a destra e a manca. Sono certo che lui non le sarebbe da meno.

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