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Dopo il Covid-19 non sarà più come prima

Una pandemia capace di amplificare il meglio e il peggio di noi

1 aprile 2020 – Siamo segregati in casa da settimane. Lunghissime giornate passate a fare i conti con la nostra coscienza, con le nostre problematiche quotidiane, con i componenti delle nostre famiglie, con i conti che non tornano mai (libera citazione da “Natale” di Francesco De Gregori).

Non ci siamo abituati. Non in questa misura. Non in questo modo: chi lo avrebbe mai immaginato che nella nostra esistenza ci sarebbe toccato di combattere una guerra così? Una guerra dove al posto delle bombe che piovono dal cielo, sputiamo un virus invisibile e silenzioso dalle nostre bocche. Una guerra dove al posto dei militari schierati in trincea, mandiamo a combattere al fronte i nostri medici, infermieri e volontari del soccorso.

Una guerra globale dove ogni giorno muoiono migliaia e migliaia di persone, ormai senza distinzione d’età, dichiarata all’uomo onnisciente e onnipotente da un Covid-19 che neppure possiamo vedere o sentire. E che ancora non sappiamo, a distanza di vari mesi, come combattere. Anche se sappiamo che la guerra durerà pochi mesi, e … Che torneremo ancora a cantare /E a farci fare l’amore/L’amore dalle infermiere… (sempre De Gregori, ma questa volta è “Generale”).

Non ci siamo abituati ad una guerra così, tanto che quando passerà per nessuno di noi sarà più come prima. Perché dopo, dopo la segregazione forzata, dopo i conti fatti con la nostra coscienza, dopo aver pianto i nostri cari che non ce l’avranno fatta – ma da casa e senza un funerale -, dopo aver visto crollare le nostre certezze basate sul denaro mensile che comunque, e per poco che era, ti faceva tirare avanti, dopo tutto questo guarderemo i nostri figli, i nostri simili e la vita stessa con occhi diversi.

Già oggi siamo diversi, cambiati. Questa pandemia ha avuto la capacità di amplificare e portare alla luce il meglio e il peggio di noi. C’è sempre stato un meglio e un peggio ma fino a ieri era latente, sopito, tenuto in disparte dalle fatiche e dai doveri del quotidiano, da una parvenza di normalità. Oggi, questa pandemia sembra aver allentato i nostri freni inibitori e ci mostriamo agli altri per quel che siamo davvero.

Mostriamo il meglio offrendoci volontari in migliaia come medici e infermieri. O cercando di aiutare chi ha bisogno con donazioni in denaro, materiale sanitario (foto), tempo dedicato agli anziani per la spesa a domicilio. Stando chiusi in casa anche se non se ne può più.

Mostriamo il peggio non rispettando le regole, sottovalutando i rischi della guerra in corso, additando al pubblico ludibrio questo o quello colpevole di poter fare o di godere di privilegi negati ad altri. Quando il privilegio sta nel poter portare a spasso un cane o i propri figli. Allora giù, dagli all’untore!

Chissà se questo Covid-19 riuscirà laddove non sono riusciti secoli di storia, due guerre mondiali e quasi ottant’anni di scolarizzazione per tutti…

 

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