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Covid-19 Fase 2: hai sessant’anni? Stai a casa!

La proposta di Vittorio Colao ha scatenato un putiferio sui social

24 aprile 2020 – Sul fronte del coronavirus siamo alle soglie ormai della Fase 2, quella della riapertura di aziende e attività, quella della liberazione delle famiglie dalla carcerazione forzata in casa. Quella, sembrerebbe, del libera tutti! Perché davvero non se ne può più. Non ne possono più le imprese, le aziende, gli esercizi commerciali, la cui economia è allo stremo, con le casse vuote e gli aiuti statali che non arrivano e, quando arriveranno, saranno così penalizzanti e indebitanti che non saranno pochi i capitani d’impresa che sceglieranno di non riaprire. E non solo perché per farlo dovrebbero indebitarsi ulteriormente, ma anche perché nel periodo di chiusura forzata i loro competitor stranieri – che hanno continuato a lavorare – gli hanno fregato una buona fetta di mercato.

Non ne possono più le famiglie, donne, uomini e bambini che non vedono l’ora di tornare a ciacolare fuori casa in libertà, di correre per strada o dare pacche sulle spalle agli amici, di giocare nei parchi o smanettare sullo smartphone all’aria aperta – a seconda del sesso e dell’età – con tutto il rispetto per le distanze e con indosso le mascherine.

A queste smanie, sacrosante per gli imprenditori un po’ meno per le persone, se aggiungi il dato in discesa dei positivi al Covid-19 ricoverati in terapia intensiva, come fai a non riaprire l’Italia alla vita? Lo chiedono tutti, Presidenti di Regione in testa, perché un’economia tragicamente al collasso deve provare a ripartire anche a costo di correre il rischio di far ripartire i contagi, i ricoveri, i decessi. Una roulette russa psicologica che porrà molti di fronte al dilemma: quale rischio è meno grave, morire di coronavirus o morire di fame?

Vittorio Colao (foto, News Coronavirus.it), direttore della task force di 17 esperti chiamati dal governo a programmare la ripartenza, la sta mettendo a punto dovendo tenere in conto milioni d’esigenze, milioni di richieste e qualche miliardo di euro che servirebbero come il pane ma che non si sa dove prendere.

Per salvaguardare l’incolumità delle persone, e considerate le fasce più a rischio, ieri se n’è uscito dicendo che dal 3 maggio tutti gli individui che superano i 60 anni dovranno restare chiusi in casa. Sui social, alla notizia, s’è scatenato l’inferno! Vai tu dire a un sessantenne che è vecchio! Nella migliore delle ipotesi ti arriva un bel vaffa…  (come puntualmente è avvenuto). Un sessantenne, oggi, è all’apice del suo successo lavorativo. Gestisce aziende con lucidità, paga fior fiore di stipendi e di tasse, è sessualmente attivo, con uno sputo è capace di centrare una moneta da un euro da cinque metri di distanza… Insomma, è buono per tutto tranne che per uscire libero di casa…

Senza contare che se la proposta di Colao dovesse tradursi in regola (ipotesi poco considerata persino dal premier Conte), buona parte del Parlamento italiano dovrebbe starsene chiuso in casa. Compresi medici, operatori sanitari e lavoratori pubblici e privati. Con tutto il rispetto nei confronti dei soloni della scienza medica: col cavolo!