Argomenti per categorie

Che c’entrano i bambini con le guerre?

L’ipocrisia insostenibile dell’industria bellica italiana

5 aprile 2019 – Mentre i nostri figli, i figli d’Europa e di un altro pezzo del resto del mondo vanno ogni giorno a scuola comodamente seduti in uno scuolabus, o studiano al caldo della propria cameretta, o frequentano sereni e beati la scuola calcio e il corso di nuoto, nel restante pezzo di mondo si stima che 1 bambino su 5 viva in situazioni di conflitto armato.

In Yemen, ad esempio, milioni di bambini stanno vivendo orrori indescrivibili a causa della guerra. Sono colpiti in casa, a scuola, e sono letteralmente privati dell’infanzia. Una risoluzione Onu ha individuato e condannato sei gravi violazioni dei diritti dei minori nei conflitti armati:

  • l’uccisione e la mutilazione di bambini;
  • il reclutamento e l’utilizzo di bambini come soldati;
  • la violenza sessuale contro i bambini;
  • gli attacchi contro le scuole e gli ospedali;
  • l’impedimento all’assistenza umanitaria ai bambini;
  • il sequestro di bambini.

foto: ©Unicef/Un013172/Al-Issa

A denunciarlo è l’organizzazione Save the children che, dopo l’ultimo bombardamento a un ospedale che gestisce in cui sono morti 5 bambini, lancia una petizione per fermare immediatamente la vendita di armi italiane alle parti in conflitto dove c’è il rischio che siano usate contro i bambini. L’Italia è il terzo Paese esportatore di armi verso l’Arabia Saudita. «Contro la popolazione yemenita – precisa l’organizzazione – sono usate anche le bombe fabbricate in Italia e vendute alla coalizione saudita».

È una questione di coscienza. Ed è vero che se anche l’Italia smettesse domattina di produrre ed esportare bombe in questi Paesi, verrebbe immediatamente sostituita da qualcun altro. Ma è sufficiente una tale consapevolezza per continuare e perseverare nell’ipocrisia votata al dio denaro, chiudendo gli occhi e il cuore su quel fatturato raggiunto sulla pelle di milioni di bambini?

Nel 2016 il valore delle esportazioni italiane per quanto riguarda il settore bellico ha raggiunto la cifra di 14.6 miliardi di euro, con un incremento dell’85.7% rispetto all’anno precedente, ponendo l’Italia tra i maggiori fornitori di armi al mondo.
Degli 82 paesi ai quali l’Italia vende armamenti il principale acquirente è il Kuwait e, a seguire, Regno Unito, Germania, Francia, Spagna, Arabia Saudita, Stati Uniti, Qatar, Norvegia e Turchia..

Fatturati enormi che hanno prodotto un cumulo enorme di bare, occupate in buona parte da bambini. Figli innocenti di un Dio minore e di una diffusa ipocrisia capace di privarli della vita per una manciata di euro. Ma chi se ne importa: fintanto che la vita viene tolta al figlio di qualcun altro, va bene così!