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Camerano, un albero di Natale così, così…

Quando le tradizioni sono dure a morire

Camerano, 4 dicembre 2023 – Non c’è niente da fare, le tradizioni sono davvero dure a morire, specialmente quando albergano nel nostro intimo fin dalla tenera età. Mi riferisco, vista la notizia territorialmente circoscritta (ma mi risulta che il fenomeno sia piuttosto diffuso anche in altri Comuni italiani), all’accensione dell’albero di Natale e delle luminarie avvenuta domenica 3 dicembre in Piazza Roma a Camerano. Comune in provincia di Ancona dove ha sede la nostra redazione.

Quest’anno, dopo l’esperienza del 2022 con l’abete natalizio mandato a fuoco da piromani rimasti ignoti, chi doveva decidere ha optato per un albero di Natale diverso dal tradizionale abete. Al suo posto è stata scelta e posizionata una struttura circolare conica in metallo, rivestita da mille lucine bianche, alla base una fascia di paillettes blu e in cima la classica stella, anch’essa luminosa (foto). Una struttura che, per la cronaca ma non sia un alibi, è stata piazzata tale e quale anche in altri otto Comuni. Questa cameranese è stata subito ribattezzata ‘un cono gelato al contrario’.  

Bè, non l’avessero mai piazzata! Ancor prima della sua accensione, sui social sono scoppiate le critiche e le ire dei cameranesi. Qualche esempio? Eccone alcune: “L’albero di Natale… rispecchia in pieno la situazione attuale del nostro paese… cioè DISPERAZIONE, ABBANDONO, DEGRADO…”. “Indecente, che peccato…”. “Molto triste, per non dire squallido...”. “Diciamo che l’idea è bella, ma potevano farlo più carino”. E via di seguito così, con un solo: “A me piace molto!” che, in un tale contesto, suona davvero come la classica mosca bianca, una voce sola fuori dal coro.

L’Amministrazione comunale ieri, prima dell’accensione, ha fatto di tutto e di più per far digerire la novità: canzoni e musiche natalizie a tutto spiano per creare l’atmosfera giusta ad opera della Banda e del Coro Città di Camerano, cercando di non nominare più di tanto quel cono gelato rovesciato. Che poi, come nella favola del brutto anatroccolo, una volta illuminato si è svelato in tutta la sua bellezza metallica e senza rami: pura arte post moderna. Sì, a lucine accese il classico abete natalizio un po’ lo ricorda. È quando viene spento che perde la sua magia.

La storia dell’abete decorato per le festività natalizie risale alla notte dei tempi. Addirittura al 1400. Fu scelto in ambito pagano dai Druidi – sacerdoti celti – perché l’abete è un sempreverde, dunque simbolo di vita. I Cristiani ne fecero il simbolo di Cristo per la sua forma triangolare che rappresenterebbe la Santa Trinità. E via via fino all’era moderna, quando la tradizione popolare racconta di uscite nel bosco, in mezzo alla neve, per cercare un abete adatto alla propria abitazione da tagliare e portare a casa. Fino ai giorni nostri, con l’abete natalizio che si acquista nei vivai.

Ora, è chiaro che, Verdi a parte, di fronte ad una tale tradizione che ognuno di noi si porta nel profondo dell’anima come una vera magia, è davvero difficile accettare un albero di Natale di metallo, perfettamente sferico e senza aghi di pino. Viviamo un tempo dove conta più la forma che la sostanza; dove l’intelligenza dell’uomo viene sempre più spesso e pericolosamente soppiantata da quella artificiale. Già… Magari, il cono-gelato-da-spento, albero-di-Natale-da-acceso, è opera proprio dell’intelligenza artificiale.

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