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Ancona – Torna il bigliettaio sugli autobus

L’iniziativa di Conerobus contro l’evasione

Ancona, 13 settembre 2019 – La notizia che Conerobus reintroduca sui suoi mezzi la figura del bigliettaio a bordo, a partire dal 16 settembre e in via sperimentale per qualche mese, in fondo è figlia dei tempi che viviamo. Nel 2016 chi non pagava il biglietto dell’autobus era il 7% dei passeggeri; dato sceso al 4% nel 2018. E l’introduzione dei controllori a sorpresa evidentemente non ha dato i frutti sperati: c’è ancora troppa gente convinta che un passaggio gratuito sui mezzi pubblici gli sia dovuto.

L’iniziativa, oltre a permettere i controlli, a erogare sanzioni e a far viaggiare in regola gli utenti che potranno acquistare il biglietto sull’autobus con le maggiorazioni del caso, mira all’incremento degli abbonamenti.

Una novità, diffusa ieri dall’Ansa Marche, che è quasi un ritorno al passato. Oltreché, per certi versi, un fallimento delle macchinette obliteratrici e del senso civico dei passeggeri, il 4% dei quali ha dimostrato di non essere in grado di saper gestire i meccanismi responsabilizzanti della macchina pubblica, privi come sono della cultura del dovere sociale e della personale responsabilità. Senza dimenticare quel senso sempre più diffuso del “se posso, ti frego”, che ignora il fatto che fregando la cosa pubblica si frega l’intera comunità, cioè se stessi.

Personalmente, ho un ricordo simpatico, positivo e nostalgico del bigliettaio a bordo dei mezzi pubblici, risalente agli anni delle medie superiori, quando per andare a scuola prendevo il filobus che collegava il mio Comune alla città di Torino. Sono passati parecchi anni, ma i bigliettai che facevano servizio su quel filobus li ricordo come se li avessi davanti. C’era quello simpatico, con la brillantina fra i capelli pettinati all’indietro, tifoso sfegatato del Torino Calcio, che se la tirava e si concedeva a noi studenti raccontando delle sue avventure amorose. Era sposato e aveva tre figli. E quando non parlava con i passeggeri affondava la testa fra le pagine di TuttoSport

C’era il cinquantenne cicciottello coi capelli biondi, le guance arrossate dal vino e che sapeva sempre d’aglio, e che arrossiva ulteriormente quando beccava qualcuno sprovvisto del biglietto. Balbettando, paonazzo e pieno di sensi di colpa ingiustificati, gli diceva: “O scendi alla prossima… o mi paghi la… multa… cosa credi, che far viaggiare il filobus è gratis?

C’era il giovane laureato appena assunto, uno spilungone magro magro e precisino che si vergognava come un ladro per quel lavoro e quella divisa color carta da zucchero scura e spessa che non gli apparteneva affatto. Guardava tutti dall’alto in basso e non dava la minima confidenza a noi studenti. Con me ha iniziato a scambiare qualche parola solo dopo aver saputo che anch’io tifavo Juventus.

Storie di vita passata. Storie di bigliettai di un tempo che fu. Bigliettai che ritornano perché nel 2019 c’è ancora gente che si crede più furba degli altri. O perché deve scegliere se spendere un euro per spostarsi o per comperare il pane.