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1° maggio 2019 il giorno dopo

Marce, discorsi, cortei, promesse e musica per riprendere tutto com’era al 30 aprile

2 maggio 2019 – «Sembra una presa in giro… 1° maggio, festa del lavoro. In 600.000 a Piazza San Giovanni, Roma, per il concertone. Unico assente, IL LAVORO! In compenso, tanta marijhuana, hashish, cocaina e acidi vari: gli ingredienti giusti per avere lavoro! 

E la musica poi… se l’avessero sentita tutti quei partigiani morti, sarebbero morti di nuovo! Con la sola eccezione di Bella ciao. A Torino, grandi mazzate tra Polizia e Centri Sociali. Tradotto: le solite mazzate, niente di nuovo sotto il sole.La sensazione (mia, ovvio), è che si sia persa per l’ennesima volta una grande occasione e che questo 1° maggio 2012 sia stato – come sempre – una buona occasione per andare al mare! Viva l’Italia!»

Dopo ieri, anche oggi torno sul tema del Primo Maggio e dell’assenza del lavoro con il virgolettato sopra che scrissi nel 2012, sette anni fa. Sette anni durante i quali sono cambiate tantissime cose, che poi equivale a dire che non è cambiato nulla.

E sì perché, vedi Torino, anche ieri a distanza di sette anni ci sono state grandi mazzate tra Polizia e Centri sociali, con l’aggiunta quest’anno dei manifestanti No Tav. Un gran bel passo avanti davvero! Che cosa possa entrarci poi il treno ad alta velocità – che fra l’altro significherebbe nuovi posti di lavoro – con il Primo Maggio, qualcuno me lo dovrebbe spiegare.

Ieri, a Bologna, grande manifestazione dei tre sindacati nazionali in Piazza Maggiore. Con la novità della prima volta di Maurizio Landini nelle vesti di segretario della Cgil. Un Landini in forma che, dal palco, ha lanciato la proposta di un sindacato unico per meglio combattere e realizzare le sfide future sul lavoro. A mio avviso, un sogno irrealizzabile quello di Landini, per il semplice motivo che né Carmelo Barbagallo (segretario Uil), né Annamaria Furlan (segretario generale Cisl), saranno disposti a un passo indietro…

Ieri, a Milano, per il Primo Maggio si sono fatti in tre; tre diversi cortei: sindacati, antagonisti e rider. I rider, già… Questa sì che è una novità. I lavoratori delle consegne a domicilio in bicicletta, figli della nuova globalizzazione del lavoro, schiavizzati, sottopagati, sfruttati, hanno protestato anche a nome degli  operatori dei call center, creativi digitali, lavoratori dell’arte, commessi del megastore e cassiere del supermercato, banconisti della catena, baby sitter e camerieri in nero, facchini, stagisti e colf… l’intero mondo del precariato nostrano. Non c’eravamo abituati…

Insomma, dal Piemonte alla Sicilia ieri si è fatto un gran protestare, cantare, festeggiare e ballare.

Ieri, 1° maggio.

Oggi, 2 maggio, tutto torna regolarmente al 30 aprile. Buona disoccupazione e lavoro in nero a tutti!