02 Gen Un 2017 carico di aspettative e fardelli pesanti
Iceberg: l'editoriale
È andato. Sull’onda di pochi, pochissimi rimpianti il 2016 è uscito di scena definitivamente lasciando dietro di sé orme profonde che hanno segnato la nostra esistenza. In molti casi in modo indelebile.
Certo, ogni anno che se ne va è accompagnato dalla medesima storia: qualcuno non vede l’ora che finisca e che, andandosene, porti con sé tutte le brutture e le disgrazie vissute; altri invece, cui è andata meglio, lo salutano ringraziandolo e auspicando che il nuovo non sia da meno.
Però, diciamocelo, questo bisesto 2016 non si è fatto mancare nulla sul piano delle disgrazie, degli attentati, delle catastrofi naturali e dei decessi illustri. E non è che andandosene cancelli ogni cosa: la maggior parte dei problemi li lascia in eredità ad un imberbe e fragile 2017 che, timoroso e frastornato, si affaccia agli onòri ed óneri di un Mondo sempre più complicato e difficile da decifrare e governare.
Proviamo a riassumere, in breve, i fatti salienti che hanno caratterizzato il 2016
2 febbraio: al Cairo muore Giulio Reggeni
22 marzo: attentato di Bruxelles: 32 morti, 250 feriti
maggio: le unioni civili diventano legge
giugno: il governo delle città di Torino e Roma passano in mano al M5s
23/6: il Regno Unito esce dall’Unione Europa (Brexit)
1 luglio: strage di Dacca: 9 italiani torturati e uccisi
12 luglio: scontro di treni in Puglia: 23 morti
14 luglio: strage di Nizza: 80 morti e centinaia di feriti
15 luglio: fallito golpe in Turchia: 290 morti, 1440 feriti
24 agosto: sisma in centro Italia: 299 vittime
30 ottobre: sisma in centro Italia: decine di migliaia di sfollati
8 novembre: Donald Trump è il nuovo presidente Usa
24 novembre: nubifragi in Piemonte: esonda il Tanaro
25 novembre: muore Fidel Castro
4 dicembre: vince il NO al referendum, fine del governo Renzi
Nel volgere di una settimana circa nasce il nuovo governo Gentiloni, praticamente identico a quello Renzi
18 dicembre: strage di Berlino: 12 vittime
dicembre: assedio ed evacuazione di Aleppo
31 dicembre: strage in discoteca a Istanbul, 39 morti e 69 feriti
Come se quanto sopra non fosse sufficiente per salutarlo senza rimpianti, il 2016 ha prodotto vuoti spaventosi anche nel mondo della musica e della cultura. Nell’ordine, ci hanno lasciato:
10 gennaio: David Bowie
14 gennaio: Alan Rickman: il professor Piton nella saga di Harry Potter
19 febbraio: Umberto Eco
21 aprile: Prince, l’autore di Purple Rain
19 maggio: Marco Pannella, leader e cofondatore del Partito radicale
27 giugno: Bud Spencer, attore romano
30 giugno: Anna Marchesini, del trio comico Solenghi, Marchesini, Lopez
13 ottobre: Dario Fo, premio Nobel per la letteratura
10 novembre: Leonard Cohen, cantautore canadese
11 novembre: Vittorio Andrei, giovane rapper romano
25 novembre: Fidel Castro
25 dicembre: George Michael
27 dicembre: Carrie Fisher, attrice, la principessa icona di Star Wars
28 dicembre: Debby Reynolds, attrice, interprete di Cantando sotto la pioggia, mamma di Carrie Fisher
Certo, la morte è parte essenziale della vita, se non avvenisse significherebbe che non si è vissuto, ma è dura accettarne la realizzazione perché toglie affetti e simboli. Parliamo di persone, ovvio, ma il concetto vale anche nel regno animale o vegetale.
Tornando all’imberbe 2017 c’è da augurarsi che il neonato cresca in fretta e armato di buon senso. Troppi i temi cruciali che nel mondo attendono una soluzione. Sempre che possa esistere davvero, per alcuni di essi. Tante le questioni in sospeso a cui mettere mano.
A livello mondiale c’è la questione del terrorismo islamico; quella degli immigrati clandestini e dei rifugiati extracomunitari. Le situazioni bollenti in Siria, in Libia, in Turchia. C’è da capire l’impatto Trump sui rapporti internazionali degli Stati Uniti; quello di Putin in Siria, e la sua reazione politica all’embargo americano ed europeo.
A livello europeo i temi sono di varia natura. L’impatto della Brexit a livello economico e sociale; la capacità della Merkel di restare in sella con autorità. Le elezioni presidenziali in Francia; il ruolo della Bce.
In Italia il 2017 sarà un anno cruciale. C’è da risolvere il salvataggio delle banche in crisi, con Monte dei Paschi in prima fila. C’è la legge elettorale da disegnare per portare al voto gli italiani. Le riforme da attuare dal momento che quando si affrontano si realizzano sempre a metà. Ci sono 3 milioni di italiani (dato istat), senza lavoro. Ci sono decine di piccoli Comuni ridotti in macerie dal terremoto da ricostruire. C’è un debito pubblico che anziché diminuire aumenta.
Senza contare il problema dell’abusivismo nelle abitazioni, quello dei clandestini, quello della burocrazia soffocante, quello castrante del piano di stabilità, quello della fuga dei giovani all’estero in cerca di lavoro e quello della fuga degli anziani all’estero alla ricerca di una vecchiaia più vivibile.
Insomma, tanta carne al fuoco attende questo 2017 sulle cui spalle la gente ha caricato un pesantissimo fardello di aspettative e speranze. Forse troppe. Ma è così ogni anno. È così che va: l’uomo ha bisogno di esorcizzare la propria sorte attraverso riti ciclici e immutabili. Un cerimoniale che rinnova annualmente per dare un senso al fatto di esserci. Consapevole, nell’intimo, che solo attraverso il lavoro può passare il suo riscatto. E questo, chi ha il potere di governare i destini, non lo può e non lo deve dimenticare. Mai.