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Le Ong e la promessa di un futuro che non c’è più!

Riflessioni in punta di penna aspettando l’estate sui migranti e il rieletto segretario PD Renzi

Ho preso appunti in queste ultime settimane del dopo Pasqua, proprio per questo spazio “Iceberg”, l’editoriale di Corriere del Conero. Uno spazio atipico, per un giornale online, dal momento che le altre testate in rete uno spazio del genere se lo sono quasi dimenticato.

Invece, credo sia importante mantenere certe “tradizioni” giornalistiche. Un modo per riflettere con i lettori su argomenti precisi prendendosi del tempo, in una realtà quotidiana dove le notizie ormai vengono bruciate nell’arco di un paio d’ore. Ve li giro questi appunti e, se vi va, v’invito a dire la vostra nello spazio dei commenti qui sotto. Liberamente.

Una fase concitata del salvataggio in mare di migranti da parte di una organizzazione non governativa (Ong)

Questione Ong

Le Organizzazioni non governative che “collaborano” con gli scafisti per portare in Italia, sani e salvi, migliaia di profughi extracomunitari imbarcati in Libia. I cosiddetti “nuovi schiavi”, manodopera a bassissimo costo di cui l’Europa ha estremo bisogno dal momento che certi lavori gli europei non li vogliono più fare. O non li hanno mai fatti. Parrebbe non esserci nessuna combutta fra le due parti…

Sembra quasi di tornare ai tempi degli schiavi che lavoravano nelle piantagioni di cotone, caffè, tabacco e canna da zucchero della Virginia, del Maryland, della Georgia e della Carolina in Sud America. Anch’essi prelevati dall’Africa. Con la forza. Solo che all’epoca (1500 – 1860), lo Stato non gestiva quel traffico, demandato ad avventurieri senza scrupoli e coscienza con la complicità avida e profittatrice dei proprietari terrieri.

Oggi, invece, è lo Stato italiano e l’Europa a gestire le migrazioni di somali, etiopi, nigeriani, siriani ecc. Con i soldi degli italiani e degli europei. Tanti soldi. All’insegna delle “azioni umanitarie” perché: ‘non si possono lasciare morire in mare così tante persone’. Migliaia gli esseri umani: uomini, donne e bambini, che hanno perso la vita durante la traversata dalle coste africane a quelle italiane o greche. Migliaia di cadaveri affondati nel profondo blu del Mediterraneo.

Morti evitabilissime. Se le ipocrisie e gli interessi dei singoli Stati fossero meno forti del valore di una vita umana. Invece, per colpa di queste ipocrisie ed interessi, si è innescata una guerra senza quartiere a più livelli fra i soliti poveri. Dove, a guadagnarci sulla pelle di decine di migliaia di disgraziati, sono i trafficanti di uomini, gli scafisti, i proprietari terrieri, la malavita organizzata, le cooperative dell’accoglienza.

Chiudo con una riflessione. La migrazione arrivata in Italia dall’Est d’Europa: Romania, Bulgaria, Moldavia, Ucraina e Polonia, numericamente molto superiore a quella Nordafricana – parliamo di oltre 2 milioni di persone contro alcune decine di migliaia – è stata gestita e agevolata dagli Stati europei in varie forme. Raggiungendo anche un buon tasso d’integrazione.

Perché non si è agito allo stesso modo anche con gli extracomunitari provenienti dall’Africa? Forse, perché i primi sono bianchi e i secondi neri? Forse, perché veder circolare per strada i primi è meno fastidioso ed invadente dei secondi?

Renzi e il PD

 È arrivato – da ex presidente della Provincia di Firenze (2004-2009), da ex sindaco di Firenze (2009-2014), da segretario del PD (2013-2016) – a ricoprire la carica di Presidente del Consiglio dei ministri (febbraio 2014-dicembre 2016), senza passare al vaglio degli elettori. Con la complicità del Presidente della Repubblica.

L’ex presidente del Consiglio e neo segretario PD Matteo Renzi

Ne ha promesse tante agli italiani, e qualcosa è riuscito a mantenere (inutile star qui a fare l’elenco), con l’intento di svecchiare la politica, rottamare le eminenze grigie del suo partito e cambiare l’Italia.

L’Italia è rimasta sostanzialmente la stessa dopo le sue dimissioni, sia da segretario del Pd sia da Presidente del Consiglio, nel dicembre scorso. Battuto dai No al “suo” referendum per la riforma costituzionale.

A rottamare i “vecchi” della dirigenza PD c’è riuscito in parte: ha ottenuto sì la loro fuoriuscita dal partito, ma non dalla vita politica visto che i rottamati ne hanno fondato uno nuovo. Un po’ più a sinistra.

Bel tipo Renzi. Ha fregato il Governo a Enrico Letta durante la sua ascesa politica e l’ha consegnato a Paolo Gentiloni (grande amico suo), nella fase della sua discesa post referendum. E gran bugiardo. Aveva proclamato in diretta tv che se avesse perso il referendum si sarebbe ritirato dalla politica, e invece pochi giorni fa si è candidato nuovamente a segretario del PD attraverso le primarie, vincendole. Tornando così alla vita politica attiva.

Monti, Letta, Renzi, Gentiloni. La carrellata dei presidenti del Consiglio che si sono succeduti dal 2011 a oggi

Bei tipi i suoi elettori. Quelli che l’hanno rivotato. Un po’ meno della prima volta, ma sufficienti a riportarlo in auge. Gli hanno ridato in mano le chiavi del partito per fare… già, per fare cosa? Tanti i nodi da sciogliere di quest’Italia martoriata: lavoro, debito, disoccupazione, burocrazia, banche, corruzione, pensioni, magistratura, ricostruzione post terremoto, prevenzioni anti cataclismi, Europa, Alitalia…

Tanta roba. Che non puoi risolvere, come lui ha provato a fare, dando contentini a destra e a manca. Un’elemosina qui, una pizza là, uno sforamento del debito lassù, un insabbiamento laggiù.

Staremo a vedere, fino alle prossime elezioni del 2018 se ce le concederanno. Nell’attesa che nasca, anche da noi, un rottamatore del rottamatore. Qualcuno capace di ridare un futuro a tutti noi.

Come? Ce lo siamo già giocato? Ah!… Ma davvero? E quando è stato?