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In Italia si legge poco

Ecco lo stato dell’arte.

Ancona, 14 aprile 2024 – L’Italia sarà paese ospite alla Buchmesse 2024, la fiera internazionale del libro più importante al mondo che si terrà a Francoforte dal 16 al 20 ottobre, non succedeva dal 1988. Radici nel futuro è il motto e filo conduttore con cui ci presentiamo a questo importante appuntamento.

All’architetto Stefano Boeri è stato affidato il progetto del padiglione Italia, il manifesto è del grande illustratore Lorenzo Mattotti. Gli autori invitati, di cui si sa ancora poco, saranno annunciati il 28 maggio in una conferenza stampa a Francoforte.

Con il motto radici nel futuro, il prossimo autunno l’Italia porterà a Francoforte l’orgoglio di un grande passato e la bellezza di uno sguardo rivolto al futuro, si può leggere nel sito italiafrancoforte2024.com.

Si poteva fare di meglio, forse.

Dal 6 al 13 maggio, intanto, si svolgerà come ogni anno il Salone internazionale del libro di Torino. Dal 1988 è la manifestazione più importante per che si occupa di editoria in Italia. Il titolo scelto per questa edizione è Vita Immaginaria, come l’omonima (stupenda) raccolta di saggi di Natalia Ginzburg. C’è grande curiosità per la nuova direttrice, Annalena Benini, che ha preso il posto di Nicola Lagioia che aveva diretto il Salone dal 2016 al 2023 con esiti straordinari. La scorsa edizione, con 215.000 presenze, è stata la più visitata di sempre. Sono attesi ospiti internazionali di grande prestigio come la scrittrice americana Elizabeth Strout, che inaugurerà con una lectio magistralis, ma ci saranno anche il premio Nobel Oran Pamuk, lo scrittore israeliano Eshkol Nevo e perfino James Ellroy, solo per citarne alcuni.

Tutto bellissimo, per carità, ma non ci si lasci trarre in inganno: la verità è che in Italia si legge molto poco, lo sanno tutti. Vediamo un po’ di dati per cercare di capire meglio.

Secondo l’ultimo rapporto Istat sulla produzione e lettura di libri in Italia, del 2023, i lettori di libri per motivi non strettamente scolastici o professionali sono il 39,3% della popolazione di 6 anni e più (dato in calo rispetto ai due anni precedenti quando erano stati rispettivamente il 41,4% e il 40,8%). Di questi il 17,4% sono lettori deboli (leggono fino a 3 libri l’anno), il 15,4% lettori medi (3 – 11 libri l’anno), il 6,5% lettori forti (12 e più libri l’anno).

Il 69,8% dei lettori sceglie esclusivamente libri cartacei. La lettura è prerogativa soprattutto di giovani nella fascia d’età tra gli 11 e i 14 anni e delle donne.

Le città italiane dove si legge di più sono: Milano (che da undici anni consecutivi detiene questo primato), Pavia, Siena, Pisa e Padova. Tutte e cinque città del nord e, forse non a caso, anche sedi di importanti facoltà universitarie.

Le regioni italiane in cui si legge di più sono la Provincia Autonoma di Trento, il Friuli Venezia Giulia, la Lombardia, la Provincia Autonoma di Bolzano, il Veneto.  Cinque regioni del nord, quindi.

Uno studio dell’Osservatorio sulle librerie italiane dell’ALI (Associazione librai italiani) ha censito in Italia 3640 librerie divise per quattro zone geografiche: Nord ovest, Nord est, Centro, Sud e isole.

Questo studio evidenzia un dato molto curioso: Il Nord est, che è la zona in Italia in cui si legge di più, ha in assoluto la percentuale più bassa di presenza di librerie sul territorio: il 17,3%. In particolare il Trentino Alto Adige (formato dalle due provincie autonome di Bolzano e Trento) e il Friuli Venezia Giulia, hanno percentuali bassissime (rispettivamente 1% e 1,7%), seppur ai primissimi posti per numero di lettori.

In Italia ci sono più di 5.000 editori e si pubblicano tra i 70.000 e gli 80.000 libri ogni anno. Il 30% dei libri pubblicati non vende neanche una copia, o al massimo ne vende una. Tra tutti i libri pubblicati nel 2022 (che sono stati più di 82.000) nemmeno 35.000 hanno raggiunto le 10 copie vendute. Con circa 3,4 miliardi di fatturato, il mercato del libro in Italia è di gran lunga il più importante di tutta l’industria culturale (il mercato del cinema, per intendersi, ha un fatturato di circa 580 milioni).

Nel panorama europeo l’Italia si colloca al quarto posto come valore di mercato dietro alla Germania (9,4 miliardi), Regno Unito (5,3 miliardi) e Francia (5 miliardi). Si può facilmente rilevare, quindi, una grande sproporzione tra numero di abitanti e fatturato. L’Italia ha 59 milioni di abitanti, la Germania 84, il Regno Unito 68, la Francia 65.

Per finire, guardiamo velocemente dentro casa nostra: le Marche.

Sappiamo, sempre dall’ultimo rapporto annuale dell’Istat, che ha letto almeno un libro nel corso dell’anno precedente solo il 37,8% degli abitanti (- 1,5% rispetto alla già bassissima percentuale nazionale). Il restante 62,2% neanche quello. Peggio hanno fatto solo Molise, Abruzzo, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia (nell’ordine). Un quadro desolante.

Il prossimo 23 aprile si celebra la Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore, proclamata dall’Unesco a partire dal 1996. In concomitanza, lo stesso giorno, s’inaugura a Roma Il maggio dei libri (23 aprile – 31 maggio), la campagna nazionale di promozione della lettura del Cepell (Centro per il libro e la lettura del Ministero della Cultura) che si svolge tutti gli anni dal 2011. “Se leggi ti lib(e)ri” il non suggestivo titolo di questa edizione.

In questa ridda di Giornate mondiali di tutto e Mesi di tutto rischiano entrambe di passare inosservate.

In effetti, c’è poco da celebrare e ancor meno da festeggiare.

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