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Il Giorgione d’Italia

Lo stilista l’11 luglio compie 90 anni. A Milano inizia a lavorare con ambizione, tanti sogni e pochi mezzi. La sua opera di artista come quella di Giorgione, pittore del cinquecento, entrambi creativi e innovatori

Ancona, 10 luglio 2024 – Giorgio Barbarelli da Castelfranco, chiamato Giorgione, fu una delle figure di spicco dell’arte cinquecentesca del Nord Italia. L’estro creativo del grande pittore risultò decisivo per la sua affermazione nella scena veneziana.

La tempesta – Giorgio da Castelfranco

Il suo capolavoro La Tempesta, iconografia misteriosa, in cui non si comprende la relazione del giovane soldato e una madre nuda che allatta il figlio e che ha stimolato le interpretazioni più varie, è riconosciuto da critici e studiosi dell’arte come opera fondamentale per la storia dell’arte rinascimentale. Il quadro oggi è conservato alla Galleria dell’Accademia a Venezia.

Un docu-fiction di Antonello Belluco del 2010, nei 52 minuti di ricostruzione storica e approfondimento documentaristico ne ripercorre la vita e l’intensa se pur breve carriera. Come importante esponente della scuola veneta, Giorgione fu allievo di Giovanni Bellini e durante la sua formazione ebbe modo di sperimentare il colore e la passione per il paesaggio facendosi interprete di un profondo rinnovamento nella pittura veneta. Gli effetti della sua arte costituirono una novità assoluta nel panorama artistico del primo Cinquecento. Note le sue innovazioni stilistiche come ritrattista, fu considerato il primo pittore di genere. Intellettuale, amante della musica e della poesia, una persona di alta cultura così lo definirono gli scrittori dell’epoca.

Giorgio Armani

Giorgio Armani, nasce a Piacenza l’11 luglio del 1934, ispiratore creativo e celebre personaggio della storia della moda italiana. Dopo la guerra, durante gli anni della ricostruzione, si trasferisce a Milano con tanti sogni, molta ambizione e pochi mezzi ma con la passione e il talento fa molta strada fino a fondare nel 1975 la Giorgio Armani Spa. L’anno prossimo i 50 anni dell’azienda.

Lo stile Armani è intramontabile, unico per la sua autenticità e originalità che non si ferma ma evolve e cambia al mutare della società e dei consumi ma restando fedele a quell’eleganza che contraddistingue il lavoro della casa di moda e che Armani ha sempre ritenuto impegnativo, contrariamente a chi crede sia un gioco facile.

L’eleganza è l’elemento fondante delle sue collezioni, lo stilista predilige la discrezione e la sobrietà come qualità vincente e si ritiene soddisfatto quando realizzando un vestito, dopo aver creato il modello, i due aspetti s’incontrano. Sull’eleganza non si discute, non sono nuove le sue esternazioni sul come ci si debba vestire in occasione di una riunione: uno deve essere in giacca e cravatta. Fine della discussione.

Intende l’innovazione non come soluzione fine a se stessa ma come fusione di tre elementi: vocazione, metodo di lavoro e passione.

Quando gli domandano Si considera un artista? Risponde: Questo non lo so.

A Giorgio Armani quella domanda non va rivolta, dando per scontato che lo sia e il solo affetto che prova la gente per lui e non fa mistero che lo commuova, è la dimostrazione di quella stima che viene riservata ai grandi.

Armani con il suo stile inconfondibile introdusse un modello di trasformazione nella cultura della moda italiana. Con lo sguardo rivolto al passato ma sempre proiettato al futuro, ha cambiato il modo di vestire le donne pensando che fossero determinanti nel cambiamento dei costumi.

Trovo che i due artisti ed illustri personaggi, Giorgione per la pittura e Giorgio Armani per la moda, abbiano delle affinità perché entrambi innovatori, legati dal coraggio sperimentale, dalla cura del dettaglio, dall’intelligenza e dalla vivacità culturale. Scusate se è poco.

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