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Osimo – Astea replica sulle bollette dell’acqua

Il canone aggiuntivo si riferisce agli investimenti sostenuti per depurazione e rete fognaria

Osimo –  In merito alla polemica sul canone aggiuntivo nelle bollette dell’acqua, riceviamo la replica di Astea che pubblichiamo integralmente.

Osimo – La sede di Astea in via Guazzatore.

«La sentenza della Corte Costituzionale 335/2008 aveva dichiarato l’incostituzionalità dell’articolo 155 comma 1 del D.Lgs 152/2006, sancendo che i canoni di depurazione inseriti nelle bollette dell’acqua dovessero essere pagati solo come corrispettivo dell’effettiva esistenza del servizio di depurazione.

Il decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio del 30/9/2009, ha determinato poi i criteri e le modalità per la quantificazione dei rimborsi e la successiva restituzione agli utenti, che Astea sulla base delle direttive dell’Ato 3 ha provveduto ad effettuare in cinque anni, dal 2010 al 2014.

Maria Grazia Mariani, consigliera del Gruppo misto

Alla consigliera comunale Maria Grazia Mariani, che ci accusa di beffare gli utenti dando soldi con una mano e toglierli poi con l’altra, va precisato che la norma prevede che nei casi di progettazione e completamento delle opere necessarie all’attivazione  del servizio di depurazione, gli utenti interessati all’investimento, ovvero i cui reflui vengono collettati a depurazione, devono corrispondere la componente di depurazione in bolletta.

La normativa è nazionale, recepita dall’Ato 3 e dunque da Astea: non è una scelta discrezionale dell’azienda.

In sostanza prima sono stati rimborsati gli utenti in quanto il canone di depurazione non era dovuto per mancanza del servizio e poi, a seguito della realizzazione dell’investimento, gli stessi utenti sono stati chiamati a pagare in bolletta ciò che viene definito “componente vincolata di tariffa”, in quanto fruitori del servizio predisposto per la depurazione».

 

Gruppo Astea

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