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Guardia di Finanza di Pesaro: operazione Cassaforte di Famiglia

Un arresto, 16 indagati e sequestro di immobili per 700 mila euro. Contestati reati fiscali, fallimentari e riciclaggio

Pesaro, 11 giugno 2021 – Nelle prime ore della mattinata di ieri, i finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Pesaro hanno eseguito una misura cautelare in carcere, numerosi provvedimenti di perquisizione e il sequestro di immobili per un valore di oltre 700 mila euro, emessi nell’ambito dell’indagine denominata Cassaforte di Famiglia, coordinata dalla Procura della Repubblica di Pesaro.

Sono state eseguite una ventina di perquisizioni (domiciliari e locali) nei Comuni di Vallefoglia (PU), Cantiano (PU), Ancona, Numana (AN), Bologna, Roma e nella provincia di Frosinone nei confronti di 16 indagati, 3 studi professionali e 3 sedi societarie, nonché l’esecuzione di un decreto di sequestro preventivo di beni immobili, per un valore di oltre 700 mila euro – tra cui una villa di lusso – nei Comuni di Vallefoglia e Pesaro.

La complessa attività di indagine, condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria e coordinate dalla locale Procura della Repubblica, è stata intrapresa nei confronti di un sessantenne ben conosciuto nel tessuto imprenditoriale pesarese e non solo – destinatario della misura cautelare personale – titolare di fatto, unitamente alla consorte, di ben sei società operanti nel settore della grande distribuzione e nel settore edile, per le quali erano intervenute le procedure fallimentari.

I coniugi hanno una lunga storia legata ad aziende sparse in giro per l’Italia e già gravati, nel tempo, da provvedimenti cautelari personali per reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale. Le attività di indagine intraprese dalle Fiamme Gialle hanno avuto come punto di partenza numerose e consistenti movimentazioni finanziarie operate, tra il 2011 e il 2014, dai coniugi in favore di una società pesarese. Movimentazioni risultate essere parte delle distrazioni patrimoniali perpetrate a danno delle 6 società oramai fallite, che sono state spogliate di averi (beni, merci, disponibilità liquide) per un importo di circa 4 milioni di euro.

La società in questione, il cui patrimonio sociale è detenuto in gran percentuale da una società fiduciaria – definita dall’indagato principale come “la cassaforte di famiglia” – è stata proprietaria di diversi immobili tutti nella disponibilità del nucleo familiare nonché protagonista, negli anni, di importanti operazioni economiche e finanziarie.

Dopo aver accumulato debiti tributari, dagli anni 2010 al 2014, per circa 2,8 milioni di euro la stessa – attraverso la cessione del ramo d’azienda – ha trasferito il patrimonio immobiliare a un’altra società “schermo”, partecipata da professionisti compiacenti. Le indagini hanno permesso di accertare ulteriori condotte di reato quali l’intestazione fraudolenta di valori ed il riciclaggio; sono state ricostruite complesse e molteplici operazioni societarie riguardanti passaggi di quote tra più società e soggetti, con il ruolo attivo di professionisti e consulenti del settore (anch’essi indagati) i quali, oltre a coordinare ed eseguire le operazioni riguardanti tali operazioni, sempre concordate con l’imprenditore, si sono anche resi intestatari diretti di quote sociali, fungendo da veri e propri “prestanome”, per celare i reali beneficiari e la provenienza dei beni traferiti.

 

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