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Cose così in questo Paese malmesso

Arrigo Levi, Acquasanta Accumuli e Amatrice; il veleno dei russi; asintomatici e lamentele varie

Camerano, 25 agosto 2020 – Spunti, riflessioni e qualche accidente dalle prime pagine dei quotidiani

Arrigo Levi

Se ne è andato un altro grande giornalista. L’Italia si impoverisce sempre più e il giornalismo è di nuovo orfano di un padre nobile e capace.

Acquasanta, Accumuli e Amatrice

Ieri è stato ricordato il quarto anniversario del gravissimo sisma del Centro Italia con una cerimonia religiosa a cui hanno partecipato i superstiti (non tutti, diversi per protesta contro il disinteresse dei potenti non vi hanno preso parte) e le autorità. Queste ultime, come statue di cera o di gesso impietrite dalle loro responsabilità omissive, sembravano personaggi usciti dalle pagine di un libro di Leonardo Sciascia. L’officiante, il vescovo di Rieti, durante l’omelia ha riservato loro giuste parole pesanti come il piombo. Al termine della mesta cerimonia, anziché andarsene con la coda tra le gambe e ritornare al sicuro all’interno dei loro palazzi antisismici, si sono fermati a parlare con la gente che aveva contenuto l’irritazione solo per rispetto al rito religioso.

Testuali parole del capo del governo: “Stiamo mettendo le basi per avviare la ricostruzione“. Dopo quattro anni, stiamo mettendo le basi per avviare? Fortuna che le genti appenniniche sono mansuete altrimenti avrebbe potuto scapparci il morto. E poi, tutti i politici in coro: “il ritardo è colpa della burocrazia”. Ecco, la burocrazia, il peggiore di tutti i mali. Ma anche il coperchio per ammantare le responsabilità di chiunque in quanto essa, per dirla col Metastasio, è come “l’araba fenice, che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa”. Eppure, noi sappiamo che essa non è indipendente dal governo, dai parlamentari i quali sono legislatori, da capi partito che sono i burattinai reggitori dei fili con cui le marionette decidono in Parlamento. Se la burocrazia è, come è, nociva al Paese la colpa ricade su tutti questi soggetti.

Il veleno dei russi

Alexei Navalny

Dunque anche Alexey Navany, il dissidente russo più noto ai mass media, sarebbe stato avvelenato. Naturalmente da coloro che siedono al Cremlino. Noi non siamo esperti in queste cose, ma un suggerimento ci vien da darlo ai dirigenti della Russia: benedetto il cielo ma perché usate sempre e solo il veleno per mettere a tacere le voci dei vostri avversari? Possibile che non conosciate altre forme di ammazzamenti? Che so, pistolettate, sventagliate di mitra, incidenti di strada procurati, investimenti sempre stradali, strangolamenti? No, sempre e solo veleno, così è come se ci si mettesse la firma. Autentica o apocrifa, alla gente poco importa.

Sempre sui russi

Ieri la prima pagina del più importante quotidiano italiano riportava le dichiarazioni di un altro dissidente russo , Piotr Verzilov: “Entro ed esco continuamente di cella. Siamo in tanti, gente onesta in un regime oppressivo“.
Poi, sotto, seguiva un altro articolo il cui titolo recitava: “La polizia gli spara 11 colpi. Ucciso un altro afroamericano“. Dove? In un Paese che è per definizione il Paese della libertà, gli Stati Uniti d’America nel quale, oramai, ammazzano un afroamericano a trimestre, più o meno.

Guerra tra Governo e Regioni

I patrioti del Risorgimento, se potessero rinascere, capirebbero come tutti i loro sforzi e sacrifici, anche a costo della vita, siano stati inutili. Essi credettero di aver unito nel 1961 l’Italia, invece si troverebbero dinanzi ad un continuo guerreggiare tra il governo centrale e i cosiddetti governatori (fa tanto americano chiamarli così, è trandy) delle regioni, che sono come gli antichi staterelli pre-unitari. Questa volta tocca alla Sicilia dove il Presidente (eccolo, il nome giusto!) ha emesso un’ordinanza per mandar fuori dell’isola (in che modo e per dove non è dato di sapere), tutti gli emigranti stipati come animali maltrattati in ghetti carcerari, ammucchiati quasi uno sopra l’altro.

Nello Musumeci, presidente Regione Sicilia (foto Blogsicilia.it)

Molti di loro sono infettati dal virus e quando ci riescono scappano dai lager per disseminarsi nell’isola e in altre aree continentali. Il presidente Musumeci ha detto: “Per rispetto degli stessi migranti, accolti come bestie; dei cittadini di Sicilia e dei tanti ospiti, in qualità di turisti o per altri motivi, che transitano in Trinacria li mando altrove, fuori dall’isola“.
Il governo di Roma e le forze che lo sostengono si sono arrabbiati all’unisono: “Non è competenza della Regione prendere simili provvedimenti. Il fenomeno immigrazione è un problema statale e non locale“. Ma non capiscono che sostenere questa tesi, fa ricadere sulle loro spalle tutta intera anche la responsabilità di non aver dato alcuna soluzione seria al problema? E che il rischio, a questo punto, è che i dirigenti della Sicilia possano imbarcare i migranti su quali mezzi non so per trasportarli tutti a Roma, dinanzi ai Palazzi della dirigenza dello stato?

Asintomatici

Sentita personalmente da me in Tv. Gruppi di giovani (non adolescenti, attenzione, ventenni, venticinquenni ed anche di più), rientrati dalle vacanze con una carica di virus in corpo ma senza alcun sintomo, hanno dichiarato: “Che importa, tanto siamo asintomatici!“. Non hanno ancora capito, i cerebrolesi, che gli asintomatici sono più pericolosi dei sintomatici. Perché i secondi vengono individuati, messi in quarantena, curati, spedalizzati. Mentre i primi sono infidi veicolatori del virus che trasmettono ai loro familiari, agli amici e a tutti coloro che hanno la sventura di incontrarli chissà dove. Lo sgomento mi deriva dal pensiero che costoro costituiranno la classe dirigente di domani.

Lamentele

Restiamo sempre dalle parti del virus. Negli aeroporti, nei porti, nelle stazioni ferroviarie, dove sbarcano cioè coloro che provengono da paesi a rischio Covid 19, è un continuo lamentarsi perché debbono sottoporsi al tampone, perché sono costretti a fare la fila, perché così perdono le coincidenze, perché non ricevono lì per lì il responso dell’esame sierologico. Sai che c’è? Io li rimanderei di corsa, col primo mezzo utile, nei Paesi da cui provengono e da cui rischiano di portare il maledetto virus a casa nostra. E li lascerei lì.
Dio mi perdoni se sono stato troppo duro, ma anche Suo Figlio Gesù, il Cristo, venne preso da giusto sdegno quando sbaraccò i banchetti degli empi mercanti dal Tempio.

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