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Castelfidardo – Minacciava e picchiava madre e sorella. Arrestato giovane fidardense

Le violenze ai familiari duravano dall’autunno del 2016

Castelfidardo –  Nella serata di ieri i carabinieri, a conclusione degli accertamenti derivati da un intervento provvidenziale effettuato presso un’abitazione privata, sita nel centro storico, hanno tratto in arresto C.C., nato a Frosinone nel 1990, residente in Castelfidardo, celibe, nullafacente, pregiudicato e con problemi di tossicodipendenza.

Castelfidardo – Il momento dell’arresto di C. C.

L’intervento si è reso necessario a seguito della richiesta disperata della madre dell’uomo che, nel chiedere aiuto al 112 della centrale operativa della Compagnia di Osimo, denunciava di subire, lei e la figlia, violenze fisiche dal proprio figlio convivente; di sentirsi gravemente minacciata e in pericolo di vita.

La tempestiva azione dei militi consentiva di sorprendere in flagranza di reato e dunque bloccare e ammanettare il giovane 26enne per i reati di: “Maltrattamenti in famiglia e Lesioni personali aggravate a danno della madre 50enne, operaia  e separata, nonché a danno della sorella 23enne, nubile, commessa.

Castelfidardo – C. C. il 26enne fidardense colpevole di minacce e lesioni a madre e sorella

Il giovane energumeno, aveva aggredito madre e sorella percuotendole con pugni e schiaffi, procurando loro una serie di lesioni in corso di cura e valutazione da parte del Pronto soccorso dell’Ospedale di Osimo.

Nel corso dell’arresto il giovane, incurante della presenza dei carabinieri, continuava a proferire minacce nei confronti delle familiari, ingiuriando e oltraggiando i militari e tentando di opporsi all’arresto.

L’episodio di ieri sera è l’ultimo di una lunga serie di aggressioni ai familiari messe in atto da parte dell’arrestato, iniziate e ripetute sin dallo scorso autunno 2016.

Di quanto operato, veniva data comunicazione al Sost. Proc. di turno dott. D. PACI della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ancona che, nel concordare l’avvenuto arresto e la pericolosità sociale dell’uomo, ne ha disposto la traduzione e reclusione presso la Casa circondariale di Ancona – Montacuto.

 

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