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Ancona – Rinviati a giudizio per stupro 4 dipendenti Conerobus

Avrebbero abusato per un anno di una donna conosciuta sull’autobus affetta da un grave disturbo mentale. Il presidente della compagnia di trasporto pubblico Muzio Papaveri: “Riponiamo la massima fiducia nella magistratura”

Ancona, 19 giugno 2018 – In merito alla vicenda dei quattro dipendenti di Conerobus, che il giudice per le udienze preliminari Paola Moscaroli ha rinviato a giudizio per appurare una probabile violenza sessuale nei confronti di una passeggera, Muzio Papaveri, presidente della compagnia di trasporto pubblico, ha dichiarato:  «La notizia del rinvio a giudizio di quattro nostri dipendenti per fatti gravissimi ci coglie di sorpresa e ci ha profondamente colpiti. Siamo venuti a conoscenza delle pesantissime accuse soltanto oggi, dagli articoli di giornale, ed abbiamo immediatamente dato mandato al nostro avvocato di approfondire la questione. Riponiamo la  massima fiducia nella magistratura e non appena riusciremo ad avere un quadro più chiaro della situazione, valuteremo come intervenire adottando gli opportuni provvedimenti».

Muzio Papaveri, presidente Conerobus

I FATTI

Secondo la ricostruzione fatta dal pubblico ministero Valentina Bavai, i quattro dipendenti di Conerobus – tra i quali anche autisti – avrebbero abusato sessualmente per oltre un anno e più volte a settimana, dall’estate 2012 all’estate 2013, di una donna conosciuta sull’autobus.

Un “giochetto” facile per i quattro, tutti anconetani e di età compresa fra i 54 e 61 anni, grazie alla divisa indossata e al fatto che la donna è affetta da un grave disturbo mentale. Ad accorgersi che qualcosa non andava sono stati gli assistenti sociali che seguivano la donna. Con pazienza hanno indagato finché, consultando il cellulare della loro assistita hanno trovato i messaggi inequivocabili degli autisti. Da lì, la denuncia alle forze dell’ordine che hanno fatto partire le indagini.

Per la verità, i messaggi nel cellulare della donna disabile hanno permesso d’individuare anche una coppia, lei 45enne lui 43enne, che le estorcevano denaro in modo truffaldino. Per entrambi è partita l’accusa per circonvenzione d’incapace.

Una vicenda complicata dunque. Ora parte il procedimento penale che vede coinvolte a vario titolo sei persone, e dove la vittima si è costituita parte civile tramite il suo tutore e il suo avvocato Francesca Petruzzo.

 

redazionale

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