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Elettromagnetismo e salubrità

Il piano antenne di Osimo

Osimo, 29 maggio 2024 – Ieri, per volontà del Comune di Osimo si è aperto un incontro pubblico presso la Sala Vivarini per chiarire alcuni punti del Regolamento comunale per la localizzazione degli impianti radioelettrici.

Erano presenti uno dei progettisti arch. Manuela Vecchietti, facente parte del Gruppo di lavoro dell’Ente, nonché responsabile del procedimento e l’ing. Luca Fenucci, in qualità di consulente chiamato a rispondere per gli aspetti dell’elettromagnetismo. Gli esperti hanno illustrato nel dettaglio i passi del percorso procedimentale per arrivare alla redazione del documento tecnico, istruito nel rispetto della Legge 30 marzo 2017, n. 12 recante Disciplina regionale in materia di impianti radioelettrici ai fini della tutela ambientale e sanitaria della popolazione e in conformità a quanto stabilito dalla Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici, ed elettromagnetici, Legge 22 febbraio 2001 n° 36.

Il Regolamento, nell’esposizione dei tecnici, ha la finalità di assicurare il corretto insediamento urbanistico ambientale e territoriale degli impianti radioelettrici, cercando di ridurre al minimo l’esposizione della popolazione ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a frequenze comprese fra 100 kHz e 300 GHz. Nell’opera di scelta e installazione degli impianti, dovrà essere assicurata al meglio, l’azione di mitigazione dell’impatto visivo, estetico ed ambientale a carico del paesaggio extraurbano e urbano, assicurando l’uso intelligente del territorio, a difesa dell’ambiente, del paesaggio e dei beni naturali, considerati risorse non rinnovabili.

Al di là degli aspetti tecnici affrontati nel corso della conferenza stampa, per dovere di cronaca e correttezza nei confronti dei nostri lettori, cerchiamo di spiegare che cosa comporta l’elettromagnetismo per la nostra salute. In sostanza quando la corrente scorre attraverso un conduttore, si forma un campo magnetico attorno ad esso e in questo caso si può parlare di elettromagnetismo. Questa branca della fisica studia la correlazione tra campi elettrici e magnetici che sono interconnessi e l’intensità del campo magnetico è proporzionale all’intensità della corrente. Maggiore è la corrente fatta scorrere all’interno del conduttore, più intenso sarà il campo magnetico che si produrrà.

In fisica, le onde elettromagnetiche si producono a seguito dell’accelerazione di cariche elettriche. Ma queste onde elettromagnetiche hanno un impatto negativo sulla nostra salute? Perché il dibattito nasce essenzialmente da questo.

Secondo le evidenze scientifiche degli ultimi trent’anni, condotte dall’EpiCentro-L’epidemiologia per la sanità pubblica, dell’Istituto Superiore di Sanità, sulla possibilità che l’esposizione ai campi magnetici, abbiano una capacità di penetrazione nei tessuti biologici e quindi risultino dannosi alla salute, è emerso che tutti i corpi, terra compresa, emettono onde elettromagnetiche e quindi esiste nell’ambiente una radiazione elettromagnetica di fondo, ma l’evoluzione tecnologica ha portato la produzione di campi elettromagnetici da sorgenti artificiali.

Le onde elettromagnetiche, per semplificare, sono pacchetti che producono energia chiamati fotoni, direttamente proporzionali alla frequenza: più alta è la frequenza, maggiore è la quantità di energia di ogni fotone. La frequenza di un’onda elettromagnetica è il numero di oscillazioni che passano per un determinato punto nell’unità di tempo, misurata in cicli al secondo o hertz.

In particolare, soprattutto con riferimento ai possibili effetti biologici e quindi agli studi effettuati, i campi a radiofrequenza vengono distinti in tre categorie: a frequenza estremamente bassa (50-60 Hz, quelli associati agli elettrodotti), ad alta frequenza (generalmente sui 300 MHz) e campi a radiofrequenza emessi dai sistemi di telefonia mobile (da poco meno di 1 GHz e oltre).  Nell’ambiente, le principali emissioni artificiali sono relativi all’emittenza radiotelevisiva e, in misura minore, agli impianti di telecomunicazione. Campi a radiofrequenza più elevati possono presentarsi in aree situate vicino a trasmettitori o a sistemi radar.

L’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) ha affrontato, con studi specifici, il problema legato alla diffusione della telefonia mobile, in quanto le richieste di abbonati ai servizi è in costante aumento. Questo comporterà nel tempo un aumento considerevole delle stazioni radio base e di antenne radio a bassa potenza che comunicano con il telefono dell’utente. Questa situazione potrebbe comportare implicazioni importanti sulla salute pubblica.

Come chiarito dall’OMS, i telefoni cellulari e le stazioni radio base presentano situazioni di esposizione molto diverse: l’esposizione di chi utilizza un telefonino è molto superiore a quella di chi vive vicino a una stazione radio base, per quanto i telefoni cellulari trasmettono energia a radiofrequenza solo durante le chiamate,
con potenze massime contenute tra 0,2 e 0,6 watt. L’intensità del campo e quindi l’esposizione diminuisce in modo considerevole con l’aumentare della distanza dal telefonino.

Un cellulare posto ad alcune decine di centimetri dalla testa, con l’ausilio di un  auricolare, riduce notevolmente l’esposizione rispetto all’uso del telefonino portato all’orecchio in assenza di questo supporto.

Le stazioni radio base trasmettono a livelli di potenza che vanno da pochi watt  sino a 100 watt e oltre, a seconda dell’ampiezza della regione che devono coprire con il segnale radio. Generalmente le antenne installate sui tetti sono protette da recinzioni, che tengono il pubblico lontano dall’area in cui il campo eccede i limiti di esposizione.

Dal momento che le antenne dirigono la loro potenza verso l’esterno, e non irradiano quantità significative di energia né all’indietro né verso l’alto e il basso, i livelli di energia all’interno o ai lati degli edifici sono normalmente molto bassi.

Negli ultimi anni l’aumento senza precedenti di sorgenti di campi elettrici e magnetici (CEM) per vari scopi, sta generando preoccupazioni per la salute. Alcuni studi hanno rilevato che possa esserci una correlazione tra esposizione ai campi elettromagnetici ed effetti nocivi per la salute e comparsa di alcune malattie come il cancro, la riduzione della fertilità, la perdita di memoria e cambiamenti negativi sul comportamento e lo sviluppo dei bambini. Ma queste ipotesi sono state smentite da altri report scientifici.

 La situazione attuale è quella che l’effettiva entità del rischio sanitario non è nota, e per alcuni tipi di CEM, ai livelli bassi riscontrati è inesistente.

Piuttosto è la sensazione che abbiamo del rischio legato al progresso tecnologico, a inquietarci, al di là della sicurezza reale che viene garantita dalle autorità locali.

Sulla percezione del pubblico sul rischio dell’esposizione ai CEM e sulla legittima  preoccupazione per le ripercussioni sul benessere delle popolazioni dei territori dove sono presenti gli impianti, sia l’OMS che varie organizzazioni hanno avviato progetti in tal senso e soprattutto ritengono sia importante lavorare su un sistema di informazione pubblica e su una buona comunicazione tra scienziati, governi, industria e cittadini che tenga nella giusta considerazione questa loro paura e sfiducia nei confronti delle tecnologie moderne.

L’incontro di ieri a Osimo, è andato proprio in questa direzione. Informare per tranquillizzare le popolazioni che hanno scelto di vivere in un determinato territorio. I cambiamenti della società generano quell’ansia contemporanea che va sanata con il dialogo e il confronto. Inoltre anche la legge ci aiuta ad entrare nei processi decisionali, attraverso la partecipazione attiva alla vita politica, nella quale vengono coinvolti i cittadini e gli stakeholders nelle politiche pubbliche e nei processi partecipativi, anche attraverso la visione degli atti istruttori con le modalità previste per l’accesso civico.

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