Martedì 26 giugno, durerà un mese, è stata lanciata la campagna Mettere fine allo stigma per contribuire a sensibilizzare sulle conseguenze fisiche e psicologiche della stigmatizzazione verso le persone affette da una dipendenza o da disturbi comportamentali.
La campagna mira a sottolineare che la dipendenza non è una scelta personale e che deve essere affrontata come un problema di salute pubblica. «A volte mi sentivo come se portassi lo stigma della dipendenza stampato sul volto, mi sentivo a disagio ovunque andassi». Queste sono le parole di un tossicodipendente inserito in un percorso riabilitativo che focalizzano l’attenzione sulle conseguenze del rifiuto e della discriminazione.
La stigmatizzazione verso le persone che affrontano tali problemi può avere molteplici risvolti: può creare un sentimento di vergogna e quindi ostacolare la loro decisione di iniziare a curarsi, può aggravare i problemi socio-sanitari spesso correlati alla loro condizione (problemi di salute mentale, senzatetto, trasmissione dell’epatite C o HIV) e inoltre può essere un ostacolo nel trovare un lavoro o conservare il proprio.
La campagna, che durerà un mese, è partita martedì 26 giugno nella Giornata internazionale contro l’abuso e il traffico illecito di droghe. Mira, attraverso un insieme di raccomandazioni, a cambiare gli atteggiamenti e i comportamenti di una serie di interlocutori sociali (politici, operatori sanitari, imprese e media) nei confronti delle persone con problemi di dipendenza.

Inoltre, la campagna Mettere fine allo stigma evidenzia la necessità di educare riguardo al problema della dipendenza per iniziare a vederlo così com’è: un problema di salute pubblica dovuto ad un insieme di fattori biologici, psicologici, sociali e culturali che derivano da un’incapacità di controllare il consumo e di porre fine a una serie di comportamenti nonostante le chiare conseguenze negative.
Montserrat Rafel, direttrice di Dianova International, ribadisce: «Attraverso lo slogan Non cercare differenze, non ce ne sono, la campagna mira anche ad abbattere gli stereotipi sociali che vedono tutti i consumatori o gli ex-consumatori come “delinquenti” o che associano il problema della dipendenza principalmente alla povertà, al disagio sociale, allo spaccio. Non ci sono cittadini di prima o seconda classe e nessuno deve essere lasciato indietro, quindi chiediamo a tutti di aderire alla nostra campagna sotto l’hashtag #QuitStigmaNow».
DIANOVA ITALIA
Dianova è un’associazione Onlus giuridicamente riconosciuta, nata in Italia nel 1984, che sviluppa programmi e progetti innovativi negli ambiti del trattamento delle tossicodipendenze e del disagio minorile attraverso la gestione di 5 Comunità Terapeutiche e 6 centri di Ascolto nelle regioni Lombardia, Marche, Lazio, Campania e Sardegna.
Nel Lazio è inoltre presente una struttura per minori in condizione di disagio, “La Villa”. Tutte le strutture sono accreditate e convenzionate con gli enti di riferimento. Dianova Italia aderisce alla rete Dianova International. Per informazioni: Sig.ra Ombretta Garavaglia, Direttrice Dipartimento Comunicazione Tel. 335.7328661 E-mail: ombretta.garavaglia@dianova.it Sito web: www.dianova.it
redazionale